A tradirlo è stato il telefonino. Durante la fuga ha continuato ad inviare messaggi: così è bastata un’analisi delle celle telefoniche agganciate per rintracciare Giuseppe Lanteri, di 19 anni, ritenuto il responsabile dell’assassinio di Loredana Lopiano ad Avola, nel Siracusano. L’infermiera 47enne è stata uccisa a coltellate davanti all’ingresso di casa la mattina di giovedì 27 settembre, nel corso di una lite tra il ragazzo e la sua ex fidanzata, figlia della vittima. Il giovane dopo aver colpito a morte la donna era scappato facendo perdere le proprie tracce: è così partita una caccia all’uomo nella cittadina siciliana.

Le forze dell’ordine lo hanno trovato molte ore dopo, mentre camminava sul lungomare di viale Aldo Moro a Pantanello, nei dintorni del Lido Cabiria, quasi al temine della spiaggia di Avola.

Il litigio tra ex fidanzatini è degenerato in un’aggressione mortale

Secondo le prime ricostruzioni, Lanteri, interrogato sull’accaduto, avrebbe spiegato che il movente del delitto sarebbe da ricondursi alla fine della relazione affettiva che intratteneva con la figlia della vittima. La ragazza ha lasciato da qualche tempo il giovane, che, non avendo accettato questa decisione, avrebbe cercato in tutti i modi di incontrarla per un chiarimento. Così giovedì verso le 7:30 si è presentato a casa della sua ex.

A quell’ora erano rimaste nell’abitazione solo le due donne: il marito dell’infermiera era già uscito per andare al lavoro, così come non si trovava nell’appartamento la figlia maggiore della coppia, che frequenta l’università.

La situazione sarebbe subito degenerata, con un furibondo litigio tra i due ragazzi: il 19enne sarebbe velocemente passato dalle minacce ad una vera e propria aggressione ed avrebbe cercato di colpire l’ex fidanzata, ma a quel punto sarebbe intervenuta la madre, frapponendosi tra i due.

Due coltellate al collo ed una alla nuca

Loredana Lopiano, molto stimata ad Avola per il suo impegno nel sociale e per la sua attività di infermiera presso il reparto di oncologia dell'ospedale Di Maria di Avola, avrebbe quindi cercato di proteggere la figlia durante la lite con il suo ex, che nel frattempo aveva impugnato un coltello.

A quel punto la donna è stata colpita due volte al collo e poi una terza alla nuca. Questa ultima coltellata è stata tanto forte da rompere l’arma, tanto che la lama è rimasta conficcata nel corpo della vittima, che è caduta agonizzante a terra, mentre l’aggressore scappava via spaventato.

La figlia ha immediatamente chiamato i soccorsi, ma quando l’ambulanza del 118 è arrivata il personale medico non ha potuto far altro che confermare il decesso della 47enne. Gli agenti del commissariato di Avola hanno subito avviato le indagini, ascoltando per tutta la giornata diverse persone, tra testimoni, familiari ed amici, per ricostruire la vicenda. Inoltre sono state visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona.

I poliziotti hanno trovato l'impugnatura del coltello, abbandonata dall’assassino, in strada, poco distante dal luogo del delitto. Nelle prossime ore il giovane responsabile dell’omicidio sarà riascoltato dagli inquirenti, per cercare di capire meglio le dinamiche dell’aggressione.