La Febbre del Nilo sta facendo paura all'Italia intera anche se nelle ultime ore la preoccupazione pare essere maggiormente concentrata in Sardegna e nel Lazio dove sono stati riscontrati casi positivi in animali vettori. Ad oggi non c'è nessun caso riconducibile a cittadini contrariamente invece a quanto fatto registrare a Piacenza. Una donna di 78 anni, infatti, nemmeno una settimana fa era stata portata in ospedale per aver contratto il virus West Nile che alla fine ha causato il suo decesso. Con questa morte il bilancio in provincia di Piacenza sale dunque a quattro persone.

Ad oggi,quella piacentina, risulta essere una delle zone dove il virus ha fatto più vittime. Nonostante gli esperti sostengono che la regione più a rischio sia la Sardegna, attualmente non è stata diramata alcuna emergenza, anzi sono arrivate rassicurazioni ad esempio da sindaco di Porto Torres. Il primo cittadino ha infatti comunicato alla popolazione che sono state prese adeguate misure di prevenzione ed è per questo che attualmente non devono crearsi inutili allarmismi.

Una cornacchia grigia positiva al virus del West Nile

Il West Nile come detto è arrivato anche in Sardegna. L'Istituto Superiore di Sanità ha diramato infatti un bollettino nel quale avvisa che la Sardegna è a rischio contaminazione dopo aver riscontrato un caso positivo al virus, quello di una cornacchia.

Non finisce qui, perché l'Istituto Zooprofilattico di Sassari ha già scovato sangue infetto in un tacchino ad Ardara (comune in provincia di Sassari). Altro presunto caso anche ad Oschiri, su un cavallo, nonostante in questo caso debbano ancora essere effettuate una serie di accertamenti. Nonostante vi sia uno stato di preoccupazione, chi si occupa della tutela ambientale della Provincia di Sassari, ovvero il servizio di Sanità Animale delle Assl di Olbia e Sassari, ha comunicato che fra i 220 esemplari di cornacchia esaminati solo uno è risultato positivo.

Febbre del Nilo: massima attenzione nel Lazio

L'attenzione sul virus West Nile è decisamente elevata anche nel Lazio. Il virus ha già fatto le prime vittime animali, ovvero tre cavilli di un allevamento di Velletri risultati positivi al virus, probabilmente contagiati da alcune zanzare prolificate in loco. Per ciò che concerne invece la trasmissione ad esseri umani nel Lazio non vi è alcun caso registrato.

Detto ciò, il Ministero della Salute ha comunicato che, anche se si viene contagiati dal virus, il rischio di morire è pari all'1% in soggetti sani cifra che aumenta se chi contrae il West Nile ha già altre patologie. Per evitare comunque di essere contagiati nel Lazio sono partite una serie di misure preventive ad esempio sulle trasfusioni di sangue. Prima di raccogliere la propria sacca di liquido ci si deve infatti sottoporre ad un test che va ad individuare la presenza o meno della Febbre del Nilo. Massima sorveglianza ma attenzione a creare inutili allarmismi.