I Carabinieri del Gruppo III Nomentano di Roma, hanno eseguito questa mattina sei ordinanze di custodia cautelare, a carico di altrettanti soggetti che, in qualità di funzionari pubblici, operavano all'interno del comune di Roma. Le accuse nei confronti di questi ultimi sono di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, abuso di sistemi informatici telematici e falsità in atti pubblici. Secondo gli investigatori che hanno portato a termine la complessa indagine, il sodalizio chiedeva a chi faceva richiesta di case popolari, delle somme di denaro per poter scavalcare la graduatoria e vedersi così assegnato l'alloggio.
Le stesse variavano da un minimo di 1000 fino ad un massimo anche di 17 mila euro. Le indagini sono state coordinate dal procuratore di Roma, Paolo Ielo.
Soldi in cambio di alloggi popolari
Secondo quanto si apprende dagli investigatori, il sodalizio prometteva case popolari dietro il pagamento di somme di denaro piuttosto alte. Agli stessi aspiranti condomini, i sei, in concorso tra loro, promettevano oltre all'immobile anche alcuni favori, come ad esempio l'acquisto a prezzi concorrenziali di motori di barche e addirittura l'esecuzione di lavori edili a prezzi inferiori rispetto alla concorrenza. Tutto ciò sarebbe quindi contrario ai doveri che i pubblici ufficiali arrestati dovevano tenere durante il loro mandato presso gli uffici comunali.
Gli stessi erano dediti anche alla produzione di documenti falsi, come i nulla osta, sempre dietro il pagamento di somme di denaro stabilite con gli stessi richiedenti delle pratiche. Sarebbero circa 50 gli episodi contestati al sodalizio. Le indagini si sono svolte sin dal 2015, e hanno evidenziato come vi fosse una vera e propria organizzazione che, di fatto, eseguendo tali manovre illecite, occupava abusivamente gli alloggi destinati a persone che ne avevano davvero bisogno.
Sette i casi di corruzione accertati
Sono in totale sette i casi di corruzione per l'assegnazione abusiva di alloggi popolari accertati. Le zone comprendono un'area che va da Monte del Tufello fino a via Marco Polo. Anche le utenze idriche ed elettriche erano allacciate abusivamente, il tutto era condito da un vero e proprio tariffario, ovviamente illegale, a cui chi faceva richiesta di alloggio doveva scrupolosamente attenersi. A tutto questo hanno messo fine stamane i militari del Nomentano di Roma, insieme ai colleghi di Fidene. Tutte le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse in regime di domiciliari.