Tragico incidente di caccia, nella mattina di oggi nei boschi di Imperia. Un ragazzo di appena 19 anni, Nathan Labolani, che era a passeggio con il proprio cane stato raggiunto da colpi di fucile ad un braccio e all'addome, che lo hanno ucciso. I colpi provenivano dall'arma di un cacciatore che avrebbe scambiato il movimento del ragazzo nella boscaglia per quello di un cinghiale e avrebbe aperto il fuoco pensando di tirare ad una preda.
L'uomo che ora è indagato per omicidio colposo, stava partecipando ad una battuta di caccia a squadre per stanare i cinghiali nell'area del rio Merdanzo.
In questo tipo di caccia, i partecipanti si muovono spingendo l'animale a correre in una determinata direzione dove c'è l'altra squadra pronta a sparare alla preda.
Sul luogo dell'incidente che è particolarmente difficile da raggiungere, i soccorsi sono arrivati in elicottero da Cuneo, ma per il giovane non c'è stato nulla da fare a causa di una forte emorragia che lo ha stroncato.
Forti reazioni degli animalisti
Questo episodio ha determinato una dura presa di posizione dell'Enpa ( l'Ente Nazionale Protezione Animali) che ha chiesto la sospensione immediata della stagione venatoria per ragioni di sicurezza. Secondo quanto sostenuto dall'Ente la situazione sarebbe fuori controllo e lo dimostrerebbe il fatto che ogni anno oltre a migliaia di animali, rimangono uccisi anche escursionisti e a volte i cacciatori stessi.
La presidente del Movimento animalista, Michela Brambilla, che da sempre auspica l'abolizione della caccia, ha nuovamente espresso la sua contrarietà verso questa pratica inaccettabile e pericolosa per il patrimonio naturale italiano.
Tra gli animalisti, ha fatto sentire la propria voce anche la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) che chiede al Governo di modificare le leggi che regolano la caccia al cinghiale e di posticipare l'inizio della stagione venatoria ad ottobre per salvaguardare l'incolumità di escursionisti e turisti.
La Lipu, inoltre, vorrebbe che si elaborassero misure restrittive contro i bracconieri che mettono a repentaglio l'esistenza di specie protette. In questo senso gli attivisti avrebbero ipotizzato una sorta di Daspo per le aree dove si verificano tali fatti, ovvero chiedono che nelle zone dove si verifichi un episodio di bracconaggio si blocchi la stagione venatoria.
Una misura che sarebbe auspicabile anche per le zone dove avvengono incidenti di caccia, in modo da indurre i cacciatori a riflettere bene prima di premere il grilletto.