Encefalite virale è l'infezione contratta dal leghista e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, provocata dalla puntura di una zanzara infetta. La drammatica vicenda è stata raccontata da una nota in cui è lo stesso Calderoli a parlare del ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano, cogliendo poi l'occasione per ringraziare lo staff medico che ha contribuito alla sua guarigione senza ulteriori complicazioni, le quali avrebbero addirittura potuto provocare il decesso del leghista.

Calderoli, la terapia intensiva e la riconoscenza ai medici

'Sono stato ricoverato in terapia intensiva per una banale puntura di zanzara', si legge nella nota del senatore: 'una banale puntura che mi ha portato in pericolo di vita'. Data la gravità della situazione e vista l'urgenza di intervenire repentinamente, il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ha definito 'eccellenti' l'atteggiamento e la preparazione della sanità della Lombardia, che non è venuta meno in una delle sue strutture migliori, l'ospedale San Raffaele di Milano, in un momento di grande emergenza. 'Me la sono vista proprio brutta', prosegue Calderoli, ora in fase di totale guarigione, come testimonia la sua dimissione dalla clinica milanese.

Passati i difficili momenti, il leghista non ha perso tempo per ringraziare i medici che, sin da subito, si sono occupati di lui nel migliore dei modi. In primis, il professor Zangrillo, primario della terapia intensiva, in secondo luogo il suo braccio destro, la dottoressa Calabrò e poi ancora, il primario di neurologia, il professor Comi e la dottoressa Fazio, ambedue bergamaschi.

'Grazie ad ognuno di loro e al loro staff', si legge in conclusione della nota, 'per aver fatto sì che io uscissi vivo e vegeto da questa disavventura'.

Zanzara-detector

Proprio nelle scorse settimane le cronache avevano parlato dello 'zanzara-detector': uno strumento diagnostico, messo a punto da alcuni ricercatori dell'università del Texas, ad Austin, che permette di capire se un insetto è infetto e portatore di malattie come la febbre gialla, il virus Zika, Dengue o la Chkungunya.

Con una fotocamera per smartphone, una scatola stampata in 3D e un test chimico, la 'zanzara-detector' mostra se l'animale appartiene alla specie Aedes aegypti, portatrice di virus che affliggono almeno 100mila persone in tutto il mondo.

Ma la peculiarità di questo strumento tecnologico si spinge oltre, in quanto riesce a capire se la zanzara è stata colpita dalla Wolbachia, un batterio biopesticida che impedisce alle zanzare di diffondere malattie. Lo strumento analizza il Dna e l'Rna delle zanzare, offrendo risultati la cui precisione tocca il 97%.