Un nuovo caso di violenza sessuale nel Lazio, questa volta ad Alatri (Frosinone) dove un uomo è stato tratto in arresto per aver violentato ripetutamente l'amica della figlia minorenne. La ragazzina è stata violentata nel bosco, in una zona rurale lontana da occhi indiscreti, l'uomo sarebbe anche un amico di famiglia dei genitori della vittima.

Alatri, uomo stupra una minorenne

I carabinieri hanno arrestato l'uomo con l'accusa di violenza sessuale pluriaggravata ai danni di minore, il provvedimento di conferma della custodia cautelare in carcere è stato emanato dal Tribunale di Frosinone, dal GIP che ha guidato i militari durante le indagini.

Gli investigatori hanno appurato che lo stupratore, durante una notte di settembre 2018 approfittando di un rapporto d'amicizia con i genitori della vittima, si era offerto di riaccompagnare la ragazzina a casa con la sua auto. L'uomo però, invece di imboccare la strada giusta, si è diretto verso una via lontana dal centro abitato e proprio lungo quella strada isolata avrebbe abusato della minore ripetutamente per circa 40 minuti. La ragazza, turbata da quanto accaduto, ha dapprima raccontato tutto ai suoi amici e solo qualche giorno dopo ai suoi familiari che non hanno perso tempo e si sono subito rivolti alle Forze dell'ordine. Le indagini condotte dai militari hanno già permesso di acquisire elementi inconfutabili riguardo la colpevolezza dell'uomo.

Il reato di cui è stato accusato, inoltre, risulta aggravato dal fatto che il giorno della violenza sessuale era stato affidato ai servizi sociali in prova proprio per un cumulo di pene per altri reati. Quel giorno, tra l'altro, doveva essere al lavoro in un locale della zona dove però non si è presentato. I Ris dei carabinieri hanno esaminato gli indumenti della vittima e hanno trovato tracce di liquido seminale dell'uomo, una prova schiacciante che lo inchioda alle sue responsabilità nonostante il blando tentativo della famiglia di coprire le sue tracce.

Il violentatore torna in carcere

Vista la gravità del fatto, la personalità del prevenuto, i precedenti penali e infine il pericolo di reiterazione del reato i giudici hanno deciso di riportarlo in carcere, senza dunque valutare neppure i domiciliari. I militari dell'Arma sono inoltre riusciti a documentare che l'uomo, nei giorni seguenti lo stupro, si stava adoperando per sviare le indagini inducendo i suoi familiari a fornire dichiarazioni reticenti ai carabinieri.