E' stato ritrovato questa mattina dopo oltre 1 mese dalla scomparsa il corpo senza vita di Manuel Careddu, 18enne di Macomer, per il cui omicidio sono già finiti in carcere 5 persone, tutti giovanissimi e amici del ragazzo. Questa mattina gli uomini della squadra mobile si sono recati nelle campagne comprese tra Ghilarza, Aidomaggiore e Abbasanta, in provincia di Oristano, iniziando a scavare in un punto ben preciso come se uno degli arrestati avesse deciso di collaborare rivelando agli inquirenti il luogo dove era stato occultato il corpo del povero Manuel.

Infatti verso ora di pranzo, sotto 30 centimetri di terreno è stato rinvenuto il corpo fatto a pezzi e con il cranio fracassato del giovane di Macomer.

Sono 5 i giovanissimi fermati per l'omicidio, pianificato forse da una ragazzina di 17 anni

Alcuni giorni fa sono stati arrestati con l'accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere 5 giovanissimi, di cui anche una ragazzina minorenne. Tra i ragazzi ci sarebbe l'esecutore materiale del delitto, mentre la ragazzina di 17 anni, sarebbe colei che avrebbe organizzato il tutto. Il movente sarebbe da attribuire a presunti debiti legati allo spaccio di droga.

Gli inquirenti sono arrivati a loro grazie ad una microspia piazzata nell'auto di uno dei ragazzi che era lì per un'altra indagine e che ha registrato gli ultimi istanti di vita di Manuel.

Come scritto nelle 36 pagine di ordinanza di fermo, la ragazzina la sera dell'11 settembre avrebbe convinto Manuel ad andare in un posto appartato nei pressi del lago Omodeo per ricevere i soldi che lui pretendeva dalla 17enne per alcuni spinelli non pagati.

Dopo circa mezzora di viaggio, l'auto si è fermata nei pressi del lago, e i ragazzi hanno fatto cenno a Manuel di scendere per andare a prendersi personalmente i soldi.

La microspia in quei momenti ha registrato che tutti i ragazzi del gruppo scesero, mentre in auto rimase soltanto la 17enne che dall'audio si sente singhiozzare come se piangesse.

Vengono captati dialoghi ma anche rumori metallici di attrezzi usati presumibilmente per ammazzare il ragazzo. Poco dopo vengono registrati gli attimi concitati del gruppo che cerca di disfarsi degli oggetti personali compreso il cellulare.

Da quel momento la presenza di Manuel in auto non è più avvertita. Alla fine del dialogo Christian Fodde, il più grande della comitiva intima al gruppetto di tenere la bocca cucita: "Oh, non si parla di un caz...e di niente... niente... solo io".

In un'altra conversazione intercettata dalla polizia, il gruppo discuteva anche dell'ipotesi di ammazzare la madre del ragazzo, colpevole di averli segnalati agli inquirenti.