Il cadavere di Manuel Careddu è stato ritrovato. Il 18enne di Macomer era scomparso lo scorso 11 settembre e ucciso da un branco di giovanissimi, la stessa sera. In manette Christian Fodde, Matteo Satta e Riccardo Carta, 20enni di Ghilarza, e i due 17enni N. C. e G. C., il primo di Ghilarza e la seconda di Macomer ma residente ad Abbasanta. Secondo le indagini, la centralità nell'omicidio del ragazzo sarebbe da attribuire al Fodde e alla fidanzata minorenne.
Il corpo fatto a pezzi, il cranio fracassato
Il corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Era sepolto sotto mezzo metro di terra, in una campagna poco distante dal cimitero di Ghilarza e in uso al padre di Christian Fodde.
Sull'auto dell'uomo, utilizzata dal figlio 20enne per condurre la vittima sulle rive dell'Omodeo, una microspia che ha permesso di smascherare l'indicibile orrore. Il veicolo era sotto intercettazione perché il padre dell'arrestato è sotto inchiesta per un altro omicidio, risalente al 2017. Un'incredibile coincidenza che ha messo gli inquirenti alle costole del branco sino allo scattare delle misure cautelari, il 10 ottobre scorso.
Sulla testa del 18enne ucciso ci sarebbero evidenti segni di colpi di badile, già descritti nel resoconto di uno degli arrestati. Il cranio del ragazzo sarebbe stato letteralmente fracassato.
Il ritrovamento, da 24 ore dato come imminente, sarebbe stato reso possibile grazie alla confessione di uno dei cinque indagati, attualmente in carcere.
La svolta è arrivata in mattinata, un mese e 6 giorni dopo la tragica fine del 18enne. Sul posto, un terreno in località Costaleri a Ghilarza, un imponente dispiegamento di forze dell'ordine: Carabinieri e Vigili del fuoco hanno presidiato l'intera zona, poco lontana dal centro abitato.
Le ricerche intorno al Lago Omodeo, fatte nei giorni scorsi, si erano rivelate vane. Intanto, si fa gravissimo il quadro accusatorio a carico dei giovani arrestati: omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Dalle intercettazioni sarebbe emerso che i presunti killer sarebbero stati disposti a uccidere una persona estranea ai fatti venuta a sapere del delitto e addirittura la madre della vittima, Fabiola Balardi.
Fondamentale l'autopsia
Poco prima del drammatico ritrovamento, sarebbe stata trovata una scarpa appartenente a Careddu, poi la svolta. Il 16 ottobre, la madre di Manuel ha incontrato la madre della 17enne. Circa 45 minuti per chiedere alla donna di premere affinché la figlia e i presunti complici rivelassero il luogo del seppellimento.
A chiarire tutto ora interverrà l'autopsia, su cui si investono notevoli aspettative per arrivare anche a individuare chi ha materialmente agito sul ragazzo. Il procuratore di Oristano, Ezio Domenico Basso, avrebbe riferito che le condizioni del corpo sono tali da averne reso impossibile l'immediato riconoscimento.