Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, nell'ambito dell’operazione “Xenia”. È accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e affidamento diretto fraudolento di servizi. La procura della Repubblica di Locri ha diffuso una nota in cui dichiara "i finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito, alle prime luci dell'alba, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di 'Mimmo' Lucano, sindaco del Comune di Riace e il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell'ambito dell'operazione denominata 'Xenia'".
Pare che il provvedimento sia stato emesso in base alle indagini emerse sulla gestione illecita dei fondi dedicati all'accoglienza dei rifugiati da parte del Viminale, il sindaco aveva indetto, nello scorso agosto, uno sciopero della fame, e aveva anche partecipato all'iniziativa "magliette rosse" sempre a favore degli immigrati.
Tra i suoi grandi sostenitori, oltre a Laura Boldrini, annoveriamo Roberto Saviano, che si era recato poco tempo addietro presso il comune di Riace proprio per complimentarsi con la gestione dei clandestini nel comune ora sotto inchiesta. Non nuovo a questo tipo di accuse il sindaco di Riace, Lucano era già stato iscritto nel registro degli indagati nel corso dello scorso anno.
In quell'occasione, il sindaco pro immigrati era stato accusato di concussione e truffa, sempre in merito all'assegnazione di bonus e borse lavoro. Per farla breve l'accusa era quella di aver erogato soldi pubblici senza far partire gare o bandi.
Il Modello Riace
Il sistema d'accoglienza messo in pratica, è stato definito Modello Riace.
La Prefettura ha emesso delle relazioni riguardanti l'operato del Comune, ma esse sono in contrapposizione. Nella prima (dicembre 2016) i verbali riferivano anomalie nel sistema. Scattò così la prima indagine della magistratura su Domenico Lucano per truffa e concussione. Il Viminale bloccò quindi i fondi, non riconoscendo più al Comune i bonus e le borse lavoro degli ultimi tre anni (i rinomati 35 euro giornalieri per ogni immigrato).
Nella seconda relazione (26 gennaio 2017) i toni sono differenti e lodano il modello d'integrazione; oggi, 2 ottobre 2018 i toni cambiano di nuovo e sembrano più simili a quelli della prima relazione prefettizia.