L'omicidio della minorenne Desirée Mariottini, ragazza di Cisterna di Latina, è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso all'interno di un cantiere abbandonato nel quartiere di San Lorenzo a Roma. Le indagini degli inquirenti hanno portato già ai primi arresti: fermati due senegalesi di 26 e 43 anni, Mamadou Gara e Brian Minteh, entrambi irregolari in Italia.
Omicidio di San Lorenzo, arrestati due senegalesi
Secondo gli investigatori i due cittadini africani sarebbero i responsabili (in concorso con altre persone in via di identificazione) dell'assassinio, dello stupro e della cessione di stupefacenti alla ragazza.
Tra ieri e questa mattina sono stati interrogati in questura altri sei testimoni e quattro sospettati, la svolta con il fermo dei due senegalesi è avvenuta ieri intorno alle 23. Secondo le prime ricostruzioni i due africani avrebbero prima somministrato degli stupefacenti alla minorenne e poi l'avrebbero stuprata in gruppo. Desirée si trovava a Roma in quanto aveva avuto una discussione con i parenti. Il suo ultimo viaggio l'ha fatto proprio verso quel palazzo abbandonato, circondato da impalcature, dove sfortunatamente ha incontrato la morte. Alcuni testimoni hanno riferito che Desirée si sarebbe diretta verso quel cantiere abbandonato perché stava cercando i responsabili del furto del suo cellulare, avvenuto in piazza dell'Immacolata, ritrovo di spacciatori e clienti.
Nelle scorse settimane, Desirée aveva già frequentato quel posto alla ricerca di pasticche. Quando è avvenuto il suo omicidio erano presenti anche due ragazze romane ora messe sotto torchio dagli inquirenti.
Per accertare la causa della morte si stanno attendendo i risultati degli esami tossicologici, anche se si ipotizza che la ragazza potrebbe essere morta soffocata a causa di una mano posta sul suo viso per impedirle di urlare.
Matteo Salvini si è recato sul luogo dell'omicidio
L'agonia della ragazza deve essere stata lunga, anche perché è stata stuprata da diverse persone secondo i racconti dei testimoni. Desirée è morta sola, in un cantiere abbandonato in mezzo alle impalcature, violentata probabilmente da un gruppo di persone senza alcuno scrupolo.
Il ministro Matteo Salvini, appena saputo del fermo dei due senegalesi, ha espresso gratitudine alle Forze dell'ordine e ha ribadito con fermezza che i responsabili di questa barbarie la pagheranno cara: "Paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia". Ieri il vicepremier si era recato sul luogo dell'omicidio ma ha trovato una cinquantina di persone dei centri sociali in protesta, lui ha risposto: "Tornerò con la ruspa".