Una vicenda al limite del surreale e che probabilmente farà riflettere sulla gravità di quanto accaduto. Un giudice, infatti, chiamato a pronunciare una sentenza a seguito del reiterato stupro da parte di un uomo, Jason Daron Mizner, nei confronti di una bambina di appena due anni, guardando i video in cui venivano ritratte le immagini delle violenze, non ha retto a tutta quella crudeltà e ha deciso di abbandonare l'aula di tribunale per ritardare la sentenza. Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, infatti, l'uomo avrebbe abusato sessualmente e filmato per ben 30 volte la bambina della sua compagna.
Per questa ragione, il magistrato ha dovuto visionare i filmati per prendere una decisione sulla portata della condanna da infliggere all'uomo, ma poco dopo ha preferito attendere perché scossa e incapace di infliggere una condanna oggettiva in quel momento.
Il giudice vede il video dello stupro su una bimba di 2 anni: ferma il processo e abbandona l'aula
Secondo il parere del giudice, infatti, in quegli istanti non sarebbe stato in grado di dare una sentenza definitiva che non venisse condizionata da quelle terribili immagini. Leanne Clare (il giudice), prima di abbandonare l'aula di tribunale, ha giustificato il suo comportamento dicendo che probabilmente era meglio aspettare che passasse un po' di tempo tra la visione di quei video e la decisione giudiziale, in modo tale che questo non condizionasse troppo la sentenza.
Detto ciò, la volontà del pubblico ministero è quella di incarcerare il quarantaquattrenne a vita, essendosi reso protagonista di almeno sessanta violenze sessuali contro bambini, di cui 30 registrati con i video e che riguardano la figlia della sua compagna.
La donna, infatti, ha scoperto questi comportamenti mentre si trovavano in vacanza in Thailandia e immediatamente ha denunciato l'uomo per abusi sessuali.
Così, prima di essere trasferito a Brisbane, in Australia, l'uomo ha scontato 11 anni di reclusione a fronte dei 35 che sono previsti dalla legge. Secondo gli avvocati difensori, che hanno richiesto un ulteriore sconto della pena, l'uomo è stato torturato e, all'età di 21 anni, ha subito una lesione cerebrale cadendo dalla moto che lo ha lasciato disinibito. La risposta da parte del giudice, però, è stata che parlare di tortura per undici anni di carcere è esagerato e che il rischio di recidiva è un problema notevole da affrontare.