Arriva anche in Italia la "sugar tax" ed è già battaglia per definire la destinazione delle risorse che ne deriveranno. I principali ministeri iniziano iniziano a contendersi i proventi delle nuove tasse che saranno applicate in primis alle bevande zuccherate. Dopo che numerosi Paesi europei hanno deciso di seguire il Regno Unito nella lotta contro l'obesità e il diabete, oggi il Governo italiano ha chiuso le presentazioni dei parlamentari per il nuovo emendamento. La proposta, partita da Carla Ruocco, del Movimento 5 Stelle, presidentessa della commissione Finanze, ma sottoscritta anche da alcuni deputati della Lega, prevede nuove tassazioni atte a coprire l'esclusione del regime Irap per la partita Iva entro i 100 mila euro, insieme alle revisioni in materia fiscale.

Una delle nuove tasse è proprio la “sugar tax”, che inciderà su bevande come Coca Cola, Sprite, Pepsi ed affini.

La proposta è stata approvata in commissione Finanze della Camera, ora dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio e poi sarà al vaglio delle Aule per l'approvazione definitiva.

La richiesta del ministro Bussetti

Durante le votazioni in Parlamento il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, durante un'intervista rilasciata ad un noto quotidiano, ha chiesto di destinare i proventi della tassa al suo bilancio, per poterli destinare all'università. Servono infatti circa 100 milioni per la ricerca e secondo il ministro ed il viceministro Fioramonti non esiste legame più stretto tra tassa e istruzione.

La sugar tax avrà l'effetto di contrastare le più diffuse patologie del momento, come diabete e malattie cardiovascolari, riducendo l'apporto di zuccheri nella dieta, e contemporaneamente potrebbe far crescere la ricerca universitaria nello stesso ambito. Il Governo si sta preparando per pubblicizzare anche tramite media per avvisare la popolazione della nuova tassa.

A quanto ammonta la tassa?

L'emendamento di Carla Ruocco prevede un sovraccarico di mezzo centesimo per grammo di zucchero, così come hanno calcolato altri Stati europei. La sugar tax potrebbe aprire la strada ad ampie risorse e già il 20% degli introiti andrebbe a coprire quanto richiesto dai fini fiscali. Rimarrebbe un 80% da destinare alla ricerca e alle Università, anche se è stata avanzata una richiesta dal ministero della Salute per la creazione di un fondo per l'obesità infantile.

La nuova tassa è appena nata e già è contesa da tre dicasteri, il ministero delle Finanze, dell'Istruzione e della Sanità.

La sugar tax

Entrata in vigore lo scorso 6 aprile 2018 in Gran Bretagna, la “Soft drinks industry levy” o sugar tax, è la tassa che grava sulle bevande analcoliche o leggermente alcoliche, che presentano un determinato contenuto di zuccheri aggiunti. Per ora sono esentati i succhi di frutta naturali e le bibite a base di latte vaccino ed affini. I marchi “colpiti” inizialmente sono stati 326 e la tassa aumenta se sale il contenuto di zucchero nella bevanda. Finora oltre il 50% dei produttori ha effettuato modifiche sulla ricetta originale, altri,come Pepsi e Coca cola non hanno variato la quantità di zucchero e pagheranno la tassa.