La prima ad incitarlo, è stata proprio sua madre. Un lancio di un adolescente dal 14esimo piano di un palazzo, si è tramutato in un suicidio in diretta, sia pure involontario. La vittima aveva appena 15 anni, si chiamava Bogdan Firsov, ed era un ragazzino ucraino, temerario ma sprovveduto, circondato da adulti non da meno di lui. Come un novello Icaro, ha voluto sperimentare in condizioni di pericolo estremo, anziché ali di cera, un paracadute che aveva fabbricato in casa e che non si è aperto.

Il volo mortale per fare un video social

Il ragazzino voleva compiere un'impresa storica, e invece si è schiantato al suolo in pochi istanti facendo una fine assurda.

Aveva realizzato da sé un paracadute artigianale consultando alcuni tutorial su Internet. Nessuno l'aveva ostacolato in questa folle idea. Quindi, indossata l'attrezzatura e un elmetto in testa che secondo lui avrebbe dovuto proteggerlo, è salito su un tetto di un edificio di 14 piani nella città di Makiivka, Ucraina orientale. Non solo voleva dare prova di abilità tecniche, perizia e coraggio, ma nell'epoca in cui tutto è finalizzato ad esibirsi pubblicamente, voleva vantarsi sui social pubblicando il video del lancio che gli sarebbe valso chissà quante migliaia di 'like'.

Nessuno lo ha dissuaso dall'impresa, ma al contrario c'era un nutrito pubblico di familiari, amici e conoscenti, con la madre in prima fila che sostava alla base dell'edificio incoraggiandolo.

In tanti erano concentrati solo a riprendere la scena con il telefonino. Di fatto, chi lo ha filmato ha fissato la breve sequenza di un salto mortale, e gli spettatori si sono trasformati in testimoni oculari di una tragedia che nessuno ha voluto o saputo evitare. Nel raccapricciante video che, malgrado tutto, circola in queste ore sui social, si vede la figura del ragazzino con le braccia aperte in cima all'edificio lanciarsi e schiantarsi dopo qualche secondo.

Il paracadute artigianale, infatti, non si è aperto e Bogdan Firsov, in caduta libera da un 14esimo piano, dopo essere precipitato di schiena è morto sul colpo. A nulla è servita una sorta di imbottitura collocata al suolo. L'ambulanza giunta sul posto, non ha potuto fare altro che constatare il decesso del ragazzino. La madre sotto choc, pietrificata, non riusciva più a lasciare la postazione dalla quale aveva assistito alla morte del figlio.

Un salto nel vuoto

Nessuno gli ha impedito di fare la stupidaggine che l'avrebbe comunque condotto alla morte. Anche se il paracadute fosse stato perfettamente funzionante, l'altezza dell'edificio era insufficiente per consentire allo speciale telo di aprirsi nei tempi opportuni. Esperti hanno riferito che un lancio in sicurezza deve avvenire almeno da 70 metri di altezza, ovvero da un edificio di 25 piani.

Gli amici hanno raccontato che Bogdan Firsov aveva già fatto in passato selfie sui tetti essendo un appassionato di sport estremi. Questa però doveva essere un'azione memorabile ed unica. A Icaro, secondo il racconto mitologico, il padre Dedalo fabbricò ali di penne e cera, raccomandandogli di non volare troppo alto.

E invece il figlio che non seguì gli ammonimenti paterni, si avvicinò troppo al sole al punto che le ali si squagliarono e precipitò in mare. Nella storia di questo ragazzino, non c'è la figura di un adulto, genitore o familiare, che l'abbia fermato.

Un testimone ha raccontato a un giornale locale di aver assistito a tutta la terribile scena e di aver visto il ragazzino sostare sul tetto dell'edificio un paio di minuti prima di lanciarsi. 'Le persone non sono più umane, hanno perso ogni buon senso', ha detto il testimone sconvolto.