L'ex parroco di San Giovanni Battista di Verona è assurto agli onori delle cronache per aver trafugato e speso ben 900.000 euro alle macchinette. Benché il parroco potesse avere l'attenuante di essere affetto da ludopatia, occorre dire che quei soldi non erano suoi, ma provenivano interamente dalle cassette delle offerte della chiesa che avrebbe dovuto amministrare. Il parroco, per di più, ha chiesto direttamente in prestito questi soldi ai parrocchiani con la scusa che erano necessari per dei lavori da fare alla parrocchia, oppure per aiutare altri parrocchiani in difficoltà.

I fedeli si sono rivolti al vescovo Giuseppe Zenti che avrebbe promesso di intervenire per risolvere la situazione. Don Giuseppe Modena era stato già trasferito per aiutarlo a curare la ludopatia.

La vicenda di don Giuseppe Modena

Il sacerdote affetto da ludopatia che, come hanno detto i suoi stessi parrocchiani, ad un certo punto "si faceva prestare i soldi da tutti", aveva guidato la parrocchia del paesino in provincia di Verona per ben 10 anni dal 2007 al 2017. Poi, improvvisamente, era stato trasferito ad altro incarico nella Direzione del Centro Diocesano di Spiritualità intitolato a "San Fidenzio". Il motivo, mai dichiarato pubblicamente, sarebbe proprio la ludopatia. Infatti, dal 2014 fino al 2017 avrebbe accumulato debiti per circa 900.000 euro.

Di conseguenza, per tentare di recuperare socialmente e spiritualmente il sacerdote il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, non aveva avuto altra scelta che trasferirlo.

I fedeli richiedono la restituzione delle offerte

La verità è che quei soldi venivano utilizzati per alimentare la mania del sacerdote, cioè le slot machine. Quando la cruda verità è venuta a galla gli ormai ex parrocchiani del sacerdote veronese si sono sentiti non solo presi in giro e raggirati ma, soprattutto, traditi dal loro pastore.

La logica conseguenza è che ora rivogliono indietro tutti i soldi prestati nel corso di questi anni a don Giuseppe Modena. A questo preciso scopo si sarebbero rivolti direttamente alla Curia vescovile. A questo riguardo il portavoce del vescovo Giuseppe Zenti, don Stefano Origano, intervistato dal quotidiano locale L'Arena avrebbe assicurato ai fedeli che da parte del vescovo vi sarebbe la piena disponibilità ad organizzare un confronto tra le parti per cercare di trovare la migliore soluzione possibile a questa incresciosa situazione.