A scatenare il durissimo botta e risposta tra Flavio Briatore e Massimo Gramellini sono state le recenti dichiarazioni dell’imprenditore sul futuro di suo figlio Nathan Falco. A suo modo di vedere, infatti, iscriverlo all’università sarebbe inutile, meglio fargli fare subito esperienza lavorativa al suo fianco dopo che avrà terminato le scuole superiori in Svizzera. Il vicedirettore del Corriere della Sera a quel punto è insorto accusando Briatore di considerare le “conoscenze” come un “impaccio”. La contro replica non ha tardato ad arrivare: Briatore ha accusato Gramellini di non essersi mai laureato e ha ribadito di considerare l’università una perdita di tempo, almeno per chi non potrà in seguito usufruire di una raccomandazione per trovare lavoro.

Flavio Briatore: ‘Mio figlio all’università? Non ne vedo la ragione’

A scatenare l’indignazione della penna radical chic di Massimo Gramellini sono state le parole pronunciate da Flavio Briatore durante una recente intervista al settimanale Oggi. Parlando del futuro che attende il figlio Nathan Falco (oggi ha 8 anni), l’imprenditore di Verzuolo, paese in provincia di Cuneo in Piemonte, non ha mostrato dubbi: dopo il collegio niente università, ma subito al lavoro con il padre. Briatore, infatti, “non vede la ragione” per la quale il figlio dovrebbe iscriversi all’università. Meglio che sia lui stesso a “formarlo”, visto che a lui “non serve un laureato”, ma una persona che “porti avanti” tutto quello che lui ha costruito.

La replica indignata di Massimo Gramellini e il paragone con Marchionne

Le dichiarazioni ‘anti cultura’ di Flavio Briatore hanno naturalmente fatto inorridire e saltare sulla sedia uno come Massimo Gramellini, firma di punta del Corriere e anche volto noto di trasmissioni tv patinate come Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio.

Nella sua rubrica quotidiana, Il Caffè, tenuta sul quotidiano milanese, Gramellini vede come una minaccia la promessa fatta da Briatore di formare lui stesso il figlio invece di mandarlo all’università. Lo stesso ragionamento che farebbe un “politico contemporaneo”, scrive Gramellini con chiaro riferimento al governo gialloverde, il quale “considera le competenze uno sfizio da tecnici e le conoscenze un impaccio al dispiegarsi della creatività”.

Il paragone con il defunto Sergio Marchionne è d’obbligo per Gramellini, secondo il quale l’ex manager Fca la pensava in maniera completamente opposta sulla cultura rispetto a Flavio Briatore. Marchionne riteneva la cultura una “merce pregiata” e sperava che si diffondesse anche “tra i figli di papà” per non fargli più far trovare la “pappa pronta” (ogni riferimento al piccolo Nathan Falco è puramente voluto).

Briatore gela Gramellini: ‘Non si è mai laureato’

L’intromissione nella sua vita privata (anche se è tutto tranne che privata) da parte di Massimo Gramellini evidentemente non è piaciuta a Flavio Briatore il quale, su Instagram, ha sferrato un attacco personale al giornalista, ricordando pubblicamente il fatto che non si sia “mai laureato”.

Inoltre, farebbe parte di quella schiera di intellettuali di sinistra che “si sono trovati in piazza a tirare sampietrini protestando in favore della cultura per tutti”. La teoria di Briatore sull’importanza dello studio è presto riassunta: al giorno d’oggi frequentano l’università i figli delle classi meno abbienti perché, non essendoci lavoro, verrebbero parcheggiati lì dai genitori e iscritti in “bizzarre facoltà” del tutto inutili per il loro futuro lavorativo. Insomma, l’università, a detta di Briatore, insegnerebbe solo “cose inutili” e rappresenta solo una perdita di tempo se non si ha “uno zio cardinale o un cugino editorialista del Corriere” che ti aiutino a fare carriera.