Lorenzo Farinelli, il medico 34enne affetto da un linfoma non-Hodgkin, è deceduto in serata ad Ancona. Ai primi di febbraio aveva pubblicato un messaggio sui social per raccogliere la cifra necessaria che gli avrebbe permesso di sottoporsi ad una terapia sperimentale negli Stati Uniti e, in poco tempo, il suo appello era diventato virale. Si era scatenato, infatti, un moto spontaneo di solidarietà per lui, che gli aveva permesso dapprima di arrivare ai 500mila euro di cui aveva bisogno, e poi di superare anche questo traguardo.
Lorenzo però non ce l'ha fatta e si è spento nella sua abitazione.
In mattinata era stato dimesso dall'ospedale in seguito all'interruzione della chemioterapia in vista del viaggio che avrebbe dovuto fare negli Stati Uniti.
L'appello di Lorenzo
L'appello di Lorenzo aveva subito fatto breccia nella rete. I suoi modi pacati e gentili, il pudore nel rivelare alcuni aspetti della sua malattia, avevano contribuito a rendere virale il suo filmato. Il video-messaggio aveva commosso non solo comuni cittadini ma anche personaggi del mondo dello spettacolo e della politica. Purtroppo, però, la solidarietà non è bastata a salvarlo dal linfoma non-Hodgkin a grandi cellule di tipo B che l'aveva colpito.
La vita di Farinelli circa otto mesi fa era stata completamente stravolta dal tumore che, come aveva detto lui stesso nell'appello lanciato sui social: "Ha preso quello che avevo e lo ha spazzato via, del tutto".
La somma generosamente raccolta probabilmente verrà destinata alla ricerca. Intanto si susseguono, sempre più numerosi, di minuto in minuto, i messaggi di cordoglio degli amici sul profilo Facebook di Lorenzo.
Un altro caso di solidarietà sul web
Quello di Lorenzo Farinelli non è l'unico caso di solidarietà sul web. Basti pensare a quanto sta accadendo a Sebastiano Quattrocchi, un ragazzo di 15 anni affetto da un tumore al cervello.
Il giovane è stato sottoposto a ben quattro interventi chirurgici ma, nonostante ciò, in questi giorni il padre ha lanciato una campagna su GoFundMe per raccogliere del denaro necessario ad un'altra costosa operazione nella speranza di salvargli la vita.
Linfoma non-Hodgkin a grandi cellule di tipo B
I linfomi derivano dalla crescita anomala di una cellula del sistema immunitario chiamata linfocita.
Comprendono diversi tipi di tumori che sono classificabili come linfoma di Hodgkin (che prende il nome dal medico che per lo scoprì per primo) o linfomi non-Hodgkin. Il primo si sviluppa con le stesse probabilità sia nei giovani che negli anziani. Il secondo, invece, colpisce prevalentemente le persone più avanti con l'età.
I linfociti sono cellule del sistema immunitario che svolgono un compito fondamentale: riconoscono e combattono virus e batteri. Ne esistono di due tipi: quelli che si sviluppano nel midollo osseo sono i linfociti B, quelli T invece hanno origine nel timo. Nel caso dei linfomi, accade che un linfocita B o T cominci a moltiplicarsi senza criterio, consentendo a queste cellule tumorali di disseminarsi nei linfonodi o in altri organi.
I linfomi non-Hodgkin possono derivare dalla trasformazione tumorale sia di cellule B che T. Sulla base dell'aggressività è possibile distinguerli in indolenti e aggressivi. I primi hanno un decorso molto lento e rispondono bene alle terapie quando si rendono necessarie. I secondi hanno una progressione rapida, per cui richiedono un trattamento più intensivo.
Nel caso dei linfomi aggressivi è possibile ottenere la remissione della patologia tumorale. Spesso l'unico sintomo con cui si manifesta la malattia è l'aumento di dimensioni di uno o più linfonodi in superficie che non risultano dolenti. In caso di linfoma, il linfonodo non ritorna alle sue dimensioni normali
Il trattamento dei linfoma non-Hodgkin si basa sulla combinazione di chemioterapia e immunoterapia. Le probabilità di sopravvivenza dei pazienti dipendono dallo stadio della patologia tumorale.