Rozzano, alle porte di Milano: un uomo esasperato ed infuriato uccide il padre della sua ex moglie accusato di aver molestato la sua nipotina di appena 5 anni. Sarebbe questo il movente che, due giorni fa, ha spinto l'ex genero del 63enne Antonio Crisanti a mettere fine alla vita di quest'ultimo. L'assassino e il suo complice si sono costituiti oggi ai carabinieri, i loro nomi sono Emanuele Spavone, 34 anni, e Achille Mauriello di 27. Il fatto è avvenuto circa due ore dopo che la bambina era stata ascoltata dal gip in tribunale, in merito ai presunti abusi subiti dal nonno materno.

Aumentano sempre di più i casi di bambini molestati da persone adulte, anche nell'ambito della chiesa e della scuola.

La dinamica dell'omicidio

L'omicidio è avvenuto nel parcheggio di un supermercato che si trova in viale Lazio nella città di Rozzano, nel milanese. Gli assassini hanno attirato l'uomo nel pomeriggio di lunedì, e appena rimasto solo, il suo ex genero ha sparato cinque colpi di pistola, quattro dei quali hanno raggiunto la vittima uccidendola. Dopodiché i due sono scappati su uno scooter che era guidato dal complice 27enne. Dopo essersi costituiti sono stati immediatamente arrestati. Spavone è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione.

L'agguato sarebbe stato deciso da tutta la famiglia

Si pensa che l'omicidio sia stato una vera e propria trappola tesa alla vittima che, proveniente da Napoli, stava alloggiando a casa del figlio maschio proprio nella città di Rozzano. Da ciò che è trapelato, gli investigatori stanno continuando ad indagare anche su altri membri della famiglia nell'ambito della vendetta.

Infatti anche i tre figli dell'uomo (tra cui la madre della bambina) avrebbero avuto un ruolo nell'agguato. L'omicidio premeditato sarebbe stato pensato in un ambiente non lontano dalla malavita: la zia della bimba abusata aveva avuto, infatti, una relazione con un trafficante di droga e anche il complice ha avuto dei precedenti penali, anche se sostiene di non aver saputo prima delle intenzioni omicide del suo amico.

L'applauso dei parenti fuori dalla caserma

Dopo essere stati interrogati, Spavone e Mauriello sono usciti in manette dalla caserma e sono stati sommersi da un fiume di applausi che arrivavano soprattutto da parte dei parenti che si trovavano fuori dallo stabile. Nonostante siano stati trattenuti diverse ore per rispondere alle domande degli inquirenti, i due non hanno dato nessuna indicazione per riuscire a trovare l'arma del delitto.