La Nasa ha rilasciato pochi giorni fa l'elenco degli asteroidi più pericolosi da qui al 2101 (tra cui, uno in particolare, potrebbe impattare con la Terra a dicembre). Per questa ragione sono stati avviati studi di "difesa planetaria", così da trovare modi con cui disintegrare queste rocce spaziali potenzialmente distruttive. Secondo un team di ricerca, però, simili oggetti potrebbero rivelarsi estremamente più resistenti rispetto a quanto si era sempre creduto.
La distruzione 'in volo' degli asteroidi pericolosi
Il pericolo che un domani un'enorme roccia spaziale possa impattare con noi, in realtà, non è poi così campata in aria.
Mentre la Nasa, dunque, ha stilato un elenco di quali asteroidi, da qui a cento anni, potranno crearci maggiori problemi, alcuni team di ricerca stanno valutando quali possono essere le maniere migliori per abbattere simili oggetti.
I nuovi risultati ottenuti, però, sembrano complicare il quadro. Il 15 marzo, sulla rivista Icarus, sarà pubblicato uno scrupoloso studio sull'argomento (anticipato già da un estratto e da altri articoli). Charles El Mir, un dottorando del Dipartimento di ingegneria meccanica della Johns Hopkins University e autore dello studio, ha affermato al riguardo: "Si credeva che più grande fosse l'oggetto, più facilmente esso si potesse distruggere, dal momento che gli asteroidi più grandi hanno maggiori probabilità di avere difetti strutturali.
I nostri risultati, invece, dimostrano che le rocce spaziali sono più resistenti di quanto pensassimo, e dunque richiederanno molta più energia del previsto per essere distrutte".
Lo studio che rimette in discussione le nostre conoscenze sugli asteroidi
In questo nuovo studio, El Mir e i suoi colleghi, KT Ramesh, direttore del Hopkins Extreme Materials Institute e Derek Richardson, professore di astronomia all'Università del Maryland, hanno creato un nuovo modello informatico: il Tonge-Ramesh.
Esso è in grado di rappresentare, in modo più dettagliato e su scala ridotta, i processi fisici che si verificano durante una collisione di asteroidi.
Il gruppo di ricerca ha così scoperto che il risultato finale di un eventuale impatto tra un asteroide e un esplosivo terrestre, non è soltanto un "cumulo di macerie, un insieme i frammenti deboli tenuti insieme dalla gravità.
Al contrario, sembra che l'asteroide colpito abbia ancora una forza significativa, e che regga estremamente bene alle esplosioni e agli impatti".
Questa scoperta apre una serie di ulteriori domande. Se un asteroide pericoloso fosse davvero in procinto di colpirci, gli scienziati ora si chiedono se sarà meglio tentare di distruggerlo, oppure se provare più semplicemente a modificarne la traiettoria. Sembrano ipotesi da fantascienza, ma iniziano ad essere questioni molto più realistiche di ciò che si potrebbe credere.