Da mercoledì 3 aprile, in Brunei, omosessuali ed adulteri potranno essere lapidati mentre i ladri rischiano di vedersi amputare un arto. Hassanal Bolkiah, l'attuale sultano (nonché primo ministro) del piccolo Stato islamico dell'isola del Borneo ha, infatti, approvato il nuovo criticato codice penale ispirato alla Sharia. Come annunciato dal Guardian, dunque, dalla prossima settimana, i circa 450mila sudditi dello Stato affacciato sul Mar Cinese Meridionale, dovranno fare i conti con una serie di nuove leggi draconiane.

Il Sultanato del Brunei e la Sharia

Il Brunei, ex colonia britannica, è un Sultanato, ossia una Monarchia assoluta di carattere islamico. E, negli ultimi anni, si è contraddistinto per aver adottato un regime conservatore fortemente legato al Corano. Già dal maggio 2014 applica parzialmente la legge islamica della Sharia (che come è risaputo, impone tramite una direttiva del sultano, pene corporali alquanto severe). L'alcol, ad esempio, è stato bandito, le relazioni omosessuali ed extraconiugali sono considerate illegali, chi non rispetta la preghiera del venerdì rischia pesanti multe e chi viene trovato in possesso di sostanze stupefacenti rischia, addirittura, la pena di morte.

Al fine di preservare il credo della comunità musulmana, il Sultano Hassanal Bolkiah (sul trono dal 1967, detiene un patrimonio che sfiora i 20 miliardi di dollari) ha anche "vietato" il Natale: chiunque venga trovato a festeggiare la ricorrenza o con simboli ad essa legata, infatti, dal 2015, rischia fino a 5 anni di carcere.

Le nuove leggi

Da mercoledì prossimo, gay ed adulteri, rischiano di venire frustati e lapidati, mentre ai ladri verrà amputata una mano o un piede. La nuova legge basata sulla Sharia si applicherà solo ai musulmani (i sunniti, ricordiamo rappresentano quasi il 70% della popolazione) è stata accolta con indignazione e sgomento dalle principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani.

Amnesty International ha già invitato il sultanato del Brunei a "fermare immediatamente" l'attuazione delle nuove pesantissime sanzioni. Sanzioni che sono state definite "profondamente sbagliate e atroci". Rachel Chhoa-Howard, ricercatrice di Amnesty International nel sud est asiatico e nel Brunei ha spiegato: "Legittimare pene tanto disumane e crudeli è spaventoso". Poi, ha aggiunto che alcuni dei potenziali reati contemplati dalla normativa (come le relazioni gay consensuali) "non dovrebbero neppure essere considerati reati".