Erano le 13:40 locali in Nuova Zelanda quando un uomo tra i trenta e i quarant’anni ha iniziato ad aprire il fuoco nella prima moschea di Al Noor. Secondo i testimoni, l’attentatore indossava una divisa militare, particolare che non ha fatto insospettire nessuno prima che aprisse il fuoco.

I particolari della vicenda e le testimonianze

Erano appena scoccate le 13:40 in Nuova Zelanda – ossia l’una e quaranta di notte in Italia – quando tre uomini e una donna hanno iniziato ad aprire il fuoco su numerosi fedeli radunati in preghiera nella moschea di Al Noor.

Purtroppo la tragedia non si è limitata solamente a questo luogo di culto ma bensì a due. Essendo il venerdì un giorno di preghiera per la religione musulmana, entrambi i luoghi di culto erano pieni di fedeli riuniti per le loro celebrazioni, i quali sono inconsciamente andati incontro a un terribile destino dettato principalmente dall’odio e poca tolleranza.

Alcuni dei testimoni affermano di aver visto quattro persone armate entrare, prima ad Al Noor e successivamente a Masjid, con un’uniforme militare e dei fucili carichi nelle mani. In entrambi i luoghi c’erano approssimativamente trecento fedeli che, prima gli uomini e poi le donne e bambini, sono stati massacrati senza pietà alcuna.

Ciò che rende ancora più sconcertante la vicenda è il fatto che i killer abbiano addirittura voluto prendersi gioco delle vittime e dei cittadini neozelandesi postando sui social il video in streaming del suo attacco.

Quello che emerge dalle riprese e dalle fotografie dello stesso attentatore è una premeditazione dell’attacco giacché sulle armi erano presenti numerosi nomi di altri attentatori, quasi a voler rendere loro omaggio.

Secondo le prime ricostruzioni, uno dei killer si chiamerebbe Scott Morrison e sarebbe di nazionalità australiana.

L’uomo, poco prima delle stragi, aveva pubblicato un manifesto di ben ottantasette pagine contro i musulmani e gli immigrati, azione che ricorda un altro attacco terroristico famoso compiuto dal norvegese Anders Breivik all’isola di Utoya nel 2011.

I terroristi in stato di fermo

In base a quanto dichiarato dalla polizia, gli attentatori sarebbero stati già individuati ed arrestati: si tratta di quattro persone, tra cui una donna.

Al comando della strage ci sarebbe Brenton Tarrant, ventottenne australiano che nonostante tutto continua a definirsi una normalissima persona che tiene alla Nuova Zelanda.

La polizia ha deciso di trattenere gli indagati ma anche di porre un veto di preghiera in moschea momentaneo per tutti i musulmani. Si crede infatti che l’attacco di questo venerdì non sia isolato e che faccia parte di una rete ben fitta di attentati contro altre religioni e credenze dato che, nelle scorse ore, sono stati ritrovati anche degli esplosivi nei pressi della manifestazione pacifica per il clima.