Pochi minuti fa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato con gioia e soddisfazione la liberazione di Sergio Zanotti, imprenditore di Brescia rapito in Turchia. Tra poche ore l’uomo tornerà in Italia.

La liberazione di Sergio Zanotti

Il presidente del Consiglio Conte ha espresso la propria gioia per il prossimo ritorno a casa di Sergio Zanotti, il noto imprenditore bresciano che era partito per la Turchia per ragioni di lavoro all'inizio del 2016. L’uomo, ad aprile dello stesso anno, aveva smesso di comunicare con la sua famiglia e quindi sua moglie ne aveva denunciato la scomparsa.

Secondo quanto riferito da Conte l’uomo si trova in buone condizioni di salute e la sua liberazione è il frutto di un importante lavoro di intelligence che proprio in queste ore sta riportando il nostro connazionale a casa. Zanotti è infatti atteso già in serata a Ciampino, mentre nella giornata di domani dovrà comparire davanti al pm presso la procura di Roma per poter riferire di quanto gli è accaduto e poter così collaborare alle indagini che sono partite già tre anni fa, con la speranza di poter accertare le responsabilità e chiarire gli aspetti più inquietanti della vicenda. Molte domande erano nate già a partire dal videomessaggio che ritraeva Sergio Zanotti in prigionia, tenuto sotto tiro da due uomini a volto coperto.

Il sospetto è che il rapimento sia stato ad opera di terroristi.

Le indagini sul rapimento di Sergio Zanotti

Sergio Zanotti, come detto, si era recato in Turchia, più precisamente al confine con la Siria, nel 2016 per motivi di affari e proprio da lì, nel mese di aprile, era scomparso. Gli inquirenti sono stati prontamente allertati dalla famiglia, preoccupata dal silenzio dell’uomo e, fin dalle prime settimane le indagini, si sono concentrati sull'ipotesi che il cinquantenne fosse in mano a qualche associazione terroristica.

Tali dubbi, purché molto forti, non sono stati confermati per molti mesi, fino a quando, nel novembre 2016 non è giunto un video che ritraeva proprio Sergio Zanotti in ginocchio, con un camicione, mentre due uomini, all'apparenza terroristi islamici, lo tenevano sotto tiro con due mitra. A quel punto le indagini hanno evidentemente avuto un’importante accelerazione: nel silenzio e nella riservatezza hanno portato a ritrovare e riportare a casa l'imprenditore italiano.

Ma le indagini per accertare l’accaduto andranno avanti: l’obiettivo, a quanto si apprende, è quello di individuare la rete di sostegno dei presunti terroristi e di accertare i dettagli della vicenda, individuando i mandanti e gli esecutori del rapimento che ha tenuto lontano Zanotti dalla sua famiglia e dal suo lavoro per ben tre anni.