Le prime 36 ore di indagini non sono servite per identificare la persona uccisa, decapitata, mutilata e data alle fiamme nei pressi di un gabbiotto per i rifiuti alla Bovisasca di Milano. Il cadavere, ritrovato senza documenti, è stato parzialmente ricomposto dagli uomini della Scientifica, e nelle prossime ore sarà compito del medico legale Cristina Cattaneo effettuare l'autopsia.

Impronte digitali già rilevate sul cadavere decapitato

La macabra scoperta è stata fatta in via Cascina dei Prati alla Bovisasca (periferia nord di Milano) intorno alle 22:15 di sabato sera, dopo che una telefonata al 115 aveva avvertito di un principio d'incendio presso il punto di raccolta dei rifiuti.

La Bovisasca è un quartiere popolare del capoluogo lombardo, in parte riqualificato dalla realizzazione di una delle nuove sedi del Politecnico: si tratta di un'area piuttosto particolare, lungo la quale sorgono le vecchie case popolari dell'Aler, spesso teatro di tensioni e fatti di cronaca legati alla microcriminalità organizzata.

Finora però non si era mai verificato un episodio così cruento: i pompieri, dopo aver domato le fiamme, hanno rinvenuto una bombola di gpl e, soprattutto, i resti semicarbonizzati di una persona privi di testa, braccia e gambe tagliate all'altezza delle ginocchia. Immediato l'intervento della polizia che fin da subito ha fatto partire le indagini e ha effettuato i primi rilievi sul luogo del ritrovamento.

Al momento sembra che nessuno si sia accorto di nulla: è stata rintracciata la persona che ha chiamato i vigili del fuoco, la quale ha dichiarato di aver telefonato dopo aver intravisto le fiamme e il fumo dal suo appartamento.

Niente telecamere, nessun testimone: le prime ipotesi della polizia

In quella zona del quartiere non sono presenti telecamere di videosorveglianza, e in queste ore gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini fornite da quelle che, però, sono piuttosto distanti dal gabbiotto dei rifiuti dove è stato trovato il corpo.

Intanto sono stati ascoltati dei ragazzi che solitamente frequentano il parco dedicato a Walter Chiari che sorge nelle vicinanze. Alcuni testimoni hanno riportato di aver notato delle persone che si sarebbero allontanate velocemente proprio poco prima dell'arrivo dei pompieri.

Al momento gli inquirenti ipotizzano che il cadavere possa essere quello di un uomo e che le mutilazioni siano avvenute dopo il delitto, mentre non è ancora chiaro come sia stata uccisa la vittima e se sia stata utilizzata o meno un'arma da fuoco.

Inoltre resta da capire se il cadavere sia stato fatto a pezzi prima di essere scaricato nell'immondizia o - meno probabilmente - tra i rifiuti.

La polizia ha trovato anche una grossa valigia che potrebbe essere stata utilizzata per trasportare i resti della vittima alla Bovisasca prima di darlo in pasto alle fiamme. Nei pressi del gabbiotto è stata trovata anche una bombola di gpl che per fortuna è rimasta inesplosa, altrimenti avrebbe potuto provocare ulteriori e ingenti danni. Inoltre gli investigatori hanno provveduto al sequestro di una tanica di 5 litri di Amuchina (un disinfettante) che sarebbe stata svuotata e riempita di benzina in un secondo momento per appiccare l'incendio.

Ci sono grosse difficoltà nell'identificazione del cadavere, anche se, in seguito ad una prima analisi dei resti di alcune impronte digitali, al momento si pensa che possa trattarsi di un uomo con qualche precedente penale, al quale nelle prossime ore si potrebbe anche dare un nome e un cognome.

Infine bisogna comprendere perché, chi ha deciso di sbarazzarsi del cadavere, abbia scelto un posto comunque piuttosto frequentato, quando nelle vicinanze sorgono aree abbandonate e fabbriche dismesse. Probabilmente l'assassino ha voluto lanciare, con il suo gesto, un segnale ben preciso a qualcuno.