Mattina di dolore e rabbia a Manduria, nel tarantino, dove poche ore fa c'è stato l'estremo saluto ad Antonio Cosimo Stano, il 66enne che nei giorni scorsi è stato brutalmente picchiato e seviziato in casa sua, sempre nella cittadina tarantina, da una baby gang composta da 14 ragazzi del posto, di cui ben dodici di loro minorenni. Quello che è successo in provincia di Taranto ha lasciato sgomento l'intero Paese. I famigliari di Stano, visto il grande clamore che l'orribile vicenda ha causato, hanno deciso di svolgere i funerali in maniera strettamente privata, lontano dagli occhi delle telecamere e dai giornalisti.
La famiglia ha quindi deciso di pubblicare la data dei funerali e anche il luogo, ma quando questa mattina cronisti e conoscenti sono arrivati sul luogo indicato dai manifesti, non c'era traccia ne della bara della vittima, e neanche del corteo funebre. A questo punto si è capito che c'era un depistaggio, probabilmente voluto, ma poi poco dopo, giornalisti e curiosi hanno raggiunto il luogo dove si stavano svolgendo le esequie, precisamente nella piccola chiesa di Sant'Anna, che si trova in una casa di riposo.
Funerali blindati
Per i giornalisti e i curiosi non c'è stata possibilità di avvicinarsi al luogo sacro in cui si stava celebrando la messa, la quale è stata tenuta da don Domenico Spina.
Come riporta il Quotidiano di Puglia sulle sue pagine on-line, il personale dell'agenzia funebre "La Pietà", incaricata dai famigliari per organizzare le esequie dell'anziano deceduto, ha provveduto a tenere lontano cronisti e telecamere, giunti da ogni parte d'Italia per seguire gli sviluppi di questa assurda vicenda. All'interno dell'edificio religioso ad assistere alla cerimonia funebre c'erano circa una trentina di persone, le quali erano tutte parenti stretti del deceduto.
La polemica degli amici: 'Ennesima bruttura fatta ad Antonio'
In tantissimi volevano dare oggi l'estremo saluto ad Antonio, ma purtroppo, come già detto, la famiglia ha deciso di svolgere le esequie in forma strettamente privata. L'agenzia Ansa ha raccolto alcune dichiarazioni degli amici di Antonio, uno dei quali dice che quanto successo stamane, ovvero l'improvviso depistaggio, "è l'ennesima bruttura fatta a Stano".
Si ricorda che l'uomo è morto dopo 18 giorni di ricovero presso l'ospedale di Manduria, dove i sanitari hanno fatto di tutto per potergli salvare la vita, sottoponendolo anche a due delicati interventi chirurgici. La vittima fu trovata dalla Polizia il 6 aprile scorso in casa sua, legato ad una sedia. Le sue condizioni apparvero subito serie. I video delle torture, ora al vaglio degli inquirenti, sono stati ripresi con un telefonino dagli stessi aguzzini, e diffusi attraverso l'app di messaggistica istantanea Whatsapp. L'autorità giudiziaria ha già annunciato il pugno duro contro gli autori del misfatto, e il pm di Taranto, Carlo Maria Capristo, che sta seguendo l'inchiesta, ha avuto parole dure anche nei confronti della popolazione locale: "Chi sapeva doveva parlare subito" - ha tuonato il pm.