La Guardia di Finanza di Ostuni ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in regime di domiciliari a carico di due imprenditori di Ceglie Messapica, Luigi e Lorenzo Elia, rispettivamente padre e figlio. Secondo quanto si apprende dalla stampa locale, i due si sarebbero resi protagonisti di svariati reati, uno su tutti quello di bancarotta fraudolenta. Inoltre, tempo addietro, i due avrebbero letteralmente simulato un furto, in quanto avrebbero trasferito da un'altra parte alcuni attrezzi che servivano per la loro attività. L'azienda, nella quale i due si sono alternati nell'amministrazione formale e di fatto, operava nel campo edile.

Tanto il materiale passato nelle mani degli inquirenti

Quella che ha portato all'arresto dei due imprenditori cegliesi è stata un'indagine lunga e delicata, in quanto il materiale da analizzare, come riferisce la testata giornalistica locale online, Brindisi Report, è stato davvero moltissimo. L'inchiesta è stata coordinata dal pm di Brindisi Raffaele Casto, e affidata appunto ai militari delle Fiamme Gialle di Ostuni, che hanno chiuso il cerchio attorno ai due individui. Sarebbero stato molti i giri di denaro, e i bonifici, ritenuti sospetti. Infatti parecchi soldi, nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro, sarebbero transitati, ad esempio, dai conti correnti dell'azienda a quelli personali di Lorenzo Elia.

Inoltre, la bancarotta sarebbe avvenuta attraverso la dissipazione di una parte consistente del patrimonio aziendale, e questa ammonterebbe a circa tre milioni di euro.

L'azienda è stata dichiarata fallita

L'indagine ha quindi permesso di fare luce su un comportamento che, posto in essere dai due soggetti, ha finito per danneggiare seriamente l'azienda, che ad oggi è stata dichiarata fallita.

I finanzieri, dopo aver segnalato alla Procura brindisina i sospetti sui due imprenditori, hanno cominciato a verificare quanto succedeva sui conti aziendali e personali dei soggetti. L'intuizione dei militari si è rivelata poi essere vera. E per questo, oggi, per gli Elia sono scattati gli arresti, ricordiamo in regime di domiciliari.

Ulteriori riscontri hanno permesso di avere la situazione ancora più chiara, in quanto avrebbero distratto diversi immobili cedendoli ad una società terza, che comunque è riconducibile sempre ad una società della famiglia. Sicuramente nei prossimi giorni potrebbero emergere ulteriori particolari sull'arresto dei due imprenditori. Questa mattina, infine, a Bari è stato arrestato sempre per bancarotta e riciclaggio di denaro, Cosmo Damiano Giancaspro, ex presidente della società calcistica FC Bari (non coinvolta nell'indagine). L'inchiesta, in quest'ultimo caso, è una costola di quella relativa al "crac Ciccolella", gruppo di aziende che operava nel settore vivaistico.