Colpo di scena nel delitto di Marco Vannini. Alla trasmissione Le Iene di Italia 1, Davide Vannicola, amico di Robetro Izzo, ex comandante dei carabinieri della stazione Ladispoli, ha rivelato che a sparare al giovane di appena 20 anni non sarebbe stato Antonio Ciontoli, ma il figlio Federico. L'uomo, poi, su consiglio di Izzo, si sarebbe preso la colpa per "non inguaiarlo".

Il delitto di Marco Vannini

La trasmissione Mediaset Le Iene, è tornata ad occuparsi del caso di Marco Vannini, il ragazzo morto la notte del 18 maggio 2015, mentre si trovava a Ladispoli (in casa della fidanzata Martina Ciontoli) per le conseguenze di una ferita d'arma da fuoco.

Secondo la ricostruzione dell'accusa, Marco, è stato colpito mentre si trovava nella vasca da bagno. Il padre di Martina, Antonio, sarebbe entrato nella stanza per recuperare una pistola dalla scarpiera e, accidentalmente, gli avrebbe sparato. L'uomo, così come gli altri familiari, ritardarono "consapevolmente" i soccorsi e le condizioni del ragazzo sarebbero quindi peggiorate fino alla morte.

In primo grado, Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina, è stato condannato a 14 anni, I giudici di Appello, poi, derubricarono il delitto da volontario a colposo e stabilirono una pena di 5 anni. Anche la moglie Maria Pezzillo ed i figli Federico e Martina vennero ritenuti colpevoli e dovranno scontare 3 anni.

La sentenza ha sollevato molte polemiche ed è stata subito criticata dalla mamma del ventenne. "Marco - ha dichiarato - è stato lasciato morire. Se l'avessero soccorso in tempo, lo avrebbero potuto salvare".

La rivelazione

Davide Vannicola, che finora non era mai intervenuto sul caso, ha voluto rilasciare ai microfoni della iena Giulio Golia un'incredibile testimonianza.

L'uomo, accompagnato dalla moglie, ha spiegato che il comandante Roberto Izzo, suo amico, gli avrebbe fatto importanti confidenze relative alla morte di Marco Vannini.

Il militare gli avrebbe raccontato che a sparare al giovane non è stato Antonio, ma il figlio Federico. Secondo quanto riportato dal testimone, quella notte di maggio di quasi 4 anni fa, Antonio Ciontoli, avrebbe chiamato al telefono Izzo per chiedergli aiuto relativamente ad un problema accaduto in famiglia: "Hanno fatto un danno grosso" aveva detto il sottoufficiale della Marina.

Secondo il racconto di Davide, il comandante della caserma di Ladispoli, dopo essersi preso un po' di tempo per decidere il da farsi, avrebbe consigliato all'amico di prendersi la colpa perché, facendo parte dei servizi segreti, avrebbe rischiato poco o nulla. Il figlio Federico, invece, si sarebbe rovinato la vita.

Vannicola ha spiegato che in seguito a queste sconvolgenti rivelazioni, la sua amicizia con Roberto Izzo si è incrinata irrimediabilmente, Poi, a chi gli ha fatto notare che la chiamata di Ciontoli ad Izzo non risulta da nessuna parte, Davide ha replicato: "Izzo aveva due telefoni: anche io avevo due suoi numeri".