Appena una decina di giorni fa, si era ripresa con la videocamera del telefonino davanti alla celeberrima Fontana di Trevi a Roma, e quella sequenza era diventata il suo 'biglietto da visita' su Facebook. Ieri mattina, il suo corpo, trovato senza vita sotto ponte Sisto, lato Campo de' Fiori, è stato ricoperto con un lenzuolo bianco. E' finita lì, la vita di Imen Chatbouri, 37enne tunisina, ex campionessa di atletica.

Come e perché sia morta, al momento è un mistero che gli inquirenti stanno cercando di risolvere. La sportiva che nella Capitale lavorava come personal trainer e pr in alcuni locali notturni, potrebbe essere caduta dal parapetto?

Gli amici non credono all'ipotesi dell'incidente, né a quella del suicidio: pensano che qualcuno l'abbia spinta giù. E non è l'unica incognita del caso.

Il ritrovamento del corpo

Fuseaux, una giacca leggera, scarpe da ginnastica bianche, ad accorgersi di lei riversa ai piedi del muraglione, ieri intorno alle 10:30 è stata una passante, una straniera, che non capiva se fosse viva o morta e ha chiamato i soccorsi. Gli agenti del commissariato Trevi giunti sul posto con la Polizia Scientifica e il personale sanitario del 118, hanno constatato che era deceduta. I documenti trovati in un borsone di pelle di color marrone chiaro, hanno permesso il riconoscimento. Il corpo è di Imen Chatbouri, 37enne tunisina che lavorava a Roma come personal trainer in una palestra.

Nel borsone, infatti, c'era anche la tessera del centro sportivo.

La donna aveva il volto tumefatto: dai primi accertamenti fatti dal medico legale, non risulta che presentasse segni di violenza. Le ecchimosi sul viso, potrebbero essere state provocate dalla caduta dal parapetto, lato lungotevere dei Vallati, un volo di dieci metri.

Secondo le prime indiscrezioni riferite oggi dalla striscia quotidiana del programma Chi l'ha visto?, sembrerebbe che la donna fosse già morta da qualche giorno. Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi al momento, e solo l'esito dell'autopsia, disposta dal pm Giuseppe Bianco ed eseguita oggi, potrà dare indicazioni rilevanti.

Gli investigatori stanno anche acquisendo le immagini delle telecamere sul Lungotevere e scavando nella vita di 'Miscia Love' o 'Misciù' come si faceva chiamare, sentendo conoscenti e amici. Secondo la testimonianza chiave di Soulaimane Bya, un marocchino che vive in una baracca ai margini del fiume, il giorno prima, il 1 maggio, in quel punto non c'era nessuna donna a terra. Lui ne è certissimo, e d'altra parte, in quel tratto a due passi da Trastevere e Campo de' Fiori, percorso regolarmente da turisti e cittadini che portano a spasso il cane o fanno sport, come è possibile che nessuno l'abbia vista, se mai fosse stata lì da prima? Se qualcuno era con lei e l'ha vista cadere, come mai non ha chiesto aiuto e non ha chiamato i soccorsi?

E' caduta con il borsone? Il corpo sarebbe stato troppo vicino al muraglione per ipotizzare un suicidio.

Un'altra testimone, l'amica con cui ha convissuto per parecchio tempo, non crede al suicidio o alla disgrazia perché le appariva finalmente più serena dopo aver affrontato e superato due tumori, e ottenuto il reddito di cittadinanza che dal punto di vista economico le dava respiro.

Una vita travagliata

Capelli ricci tinti di biondo, fisico muscoloso, Imen nel 2002 era stata medaglia di bronzo ai campionati africani di eptathlon. Poi il trasferimento in Italia, a Roma dopo il matrimonio con un uomo di origine palermitana. Ma la relazione era burrascosa, pare che lui la picchiasse, e finì con la separazione.

Misciù aveva cercato di continuare l'attività atletica con una società sportiva di Rieti, ma poi aveva smesso.

Imen che era da sola in Italia, la mamma e la sorella sono in Tunisia, era andata a vivere in zona Aurelio e l'amica che coabitava con lei ha raccontato al Messaggero che aveva cominciato a bere e aveva avuto qualche problema con la giustizia. Come quella volta che fu denunciata per lesioni personali, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, quando presso una pasticceria sotto casa, aveva puntato un coltello in bocca a un ragazzo. Forse il mistero della sua morte è da rintracciare negli ambienti della movida notturna di via Veneto che frequentava, o tra i contatti social. L'ex marito è morto un anno fa.

Sul suo profilo Facebook, Misciù aveva scritto: "L'amore è quella parte di follia che rende fantastica la nostra realtà". Forse, tutti i lividi trovati sul corpo raccontano altro: un incontro finito male?