Le autorità lo hanno ribadito con fermezza: finché il suo corpo non sarà ritrovato, non potrà essere dichiarato morto. Di certo, da ieri è stato dichiarato ufficialmente disperso perché il trucco con cui voleva mettersi in mostra non è riuscito e a Calcutta veniva risucchiato dalle acque del fiume Hoogly in cui si era fatto immergere con mani e piedi legati. 'Jadugar Mandrake' il mago Mandrake, questo il nome d'arte dell'illusionista Chanchal Lahiri, 41 anni, voleva passare alla storia come l’Houdini indiano dei giorni nostri. Invece si è dissolto, sembrerebbe per sempre.

Calato con mani e piedi legati nel fiume Hoogly

Ieri mattina a Calcutta, Chanchal Lahiri, di fronte a una folla di spettatori, si è fatto calare nelle acque del fiume Hoogly con gambe e braccia bloccate e incatenate da sei lucchetti per ricreare uno dei più noti trucchi del mago Houdini, il più celebre 'escapologo' della storia. La gente per trascorrere una domenica indimenticabile si è assiepata sul vicino ponte Howrah per seguire l'impresa. In molti sono arrivati dal fiume a bordo d'imbarcazione per vederlo scomparire tra le acque e avrebbero di lì a poco dovuto acclamarlo, una volta riemerso, come il nuovo Houdini indiano.

Le cose, purtroppo, sono andate diversamente: come raccontato dal quotidiano Times of India, dopo alcuni minuti di partecipata attesa, poi di crescente preoccupazione, quindi d'angoscia, mago Mandrake non è riaffiorato.

Qualcuno ha chiamato i soccorsi. Squadre di sommozzatori e poliziotti hanno sondato la zona, ma finora le ricerche non hanno avuto alcun esito. La polizia di Calcutta attende di poter trovare il corpo prima di dichiararlo morto. Le speranze di ritrovarlo vivo sono assai flebili.

Con questa impresa, Chanchal Lahiri, voleva attirare l'attenzione planetaria sulla magia, a suo dire offuscata dal venir meno di un senso di meraviglia e stupore e da altri spettacoli di tipo tecnologico.

Nello stesso fiume, mago Mandrake si era già immerso nel 2013, facendosi imprigionare in una gabbia di vetro sigillata. In quel caso il numero riuscì perfettamente e l'illusionista riemerse dalle acque dopo appena 29 secondi. Solo che, scampato il rischio mortale, aveva dovuto affrontare le contestazioni della folla, quasi prossima al linciaggio, perché era corsa voce che si sarebbe liberato usando uno sportellino laterale facilmente visibile senza riuscire ad ingannare il pubblico.

Stavolta aveva voluto alzare l'asticella del rischio: a Jayant Shaw, un fotografo di un giornale locale che gli aveva chiesto prima di sparire perché volesse tentare un nuovo record azzardato, aveva detto che se l'impresa fosse riuscita sarebbe stata magica, altrimenti tragica. Venti anni fa, si era fatto immergere in una scatola di ferro ed era riuscito a liberarsi.

Houdini, il mago dell'impossibile

Il più grande di tutti nella storia è stato Houdini: nato a Budapest il 24 marzo 1874, all'anagrafe si chiamava Erik Weisz, ma il nome con cui diventerà noto, prima in America e poi in tutto il mondo, lo scelse rendendo omaggio a un mago francese, Jean Eugène Robert-Houdini. Oltre che mago, Houdini fu anche aviatore, scrittore, attore e, a suo modo combatteva le fake news: si dedicò, infatti, a smascherare finti fenomeni paranormali, falsi medium e sedicenti maghi.

L'arte della fuga fa parte della storia dell'illusionismo, ma lui ne fece un genere unico d'intrattenimento: teneva intere folle col fiato sospeso fino a realizzare fughe impossibili liberandosi da manette, corde, camicie di forza, casse sommerse nell'acqua e assicurate da pesanti catene, sepolture. La sua morte rimane un mistero. La versione ufficiale è che morì di peritonite In seguito alla rottura dell'appendice all'età di 52 anni, il 31 ottobre 1926, nella notte di Halloween, ma tra le varie ipotesi pare che fosse stato avvelenato dai medium che aveva smascherato. Di certo, a dispetto di una vita sempre all'insegna del rischio estremo, non fu vittima di un suo numero, a dir poco imprudente, come sembrerebbe invece sia capitato al suo emulo indiano, mago Mandrake.