Proprio come nelle più rinomate pellicole cinematografiche "Fuga da Alcatraz" e "Il fuggitivo", il detenuto albanese della Casa Circondariale "San Giuliano" di Trapani, Luca Leke, evaso nelle ore scorse, e non ancora catturato, è stato protagonista di una fuga che ha destato notevole indignazione da parte di tutto il comparto, specialmente quella del Commissario nazionale Uilpa Polizia Penitenziaria, Armando Algozzino.

L'intervento di Algozzino

Lo stesso, infatti, ha sottolineato quanto tale fenomeno stia crescendo a causa della costante riduzione dell'organico dovuta principalmente alla legge Madia.

Nel suo intervento, Algozzino, ha, inoltre, precisato e ricordato che ormai tale situazione di lavoro in regime di carenza del personale è un'abitudine gravata soprattutto dall'avanzare dell'età media dei dipendenti.

L'amministrazione - ha sempre sottolineato Algozzino - non può continuare ad ignorare questa situazione e le condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari che, pesantemente stanchi, ma sempre pronti ad intervenire con professionalità, dedizione, impegno e senso del dovere, continuano a lavorare senza sosta.

Tali disfunzionalità, più e più volte denunciate da Agozzino in merito alle indescrivibili condizioni delle strutture circondariali siciliane, non sono una prerogativa esclusiva della "San Giuliano" o di Trapani, ma si verificano sovente in ogni altra città della Regione e non solo con l'aggravante che, con la presenza in molte strutture di una sola unità di servizio, evasioni ed aggressioni ai danni degli agenti penitenziari sono sempre maggiori.

Condizione, questa, che pone ad alto rischio non solo l'incolumità del personale penitenziario, ma l'intera collettività. Proprio a Trapani, infatti, è in corso una protesta volta a porre l'attenzione non solo su questo episodio a livello regionale, ma per tutti quegli episodi che di verificano quotidianamente in tutta la Penisola, quali, ad esempio, il recente accadimento avvenuto a Benevento durante il quale alcuni poliziotti sono stati aggrediti mentre erano impegnati in un presidio ospedaliero.

A questo, ha proseguito Algozzino, si aggiungono gli effetti dovuti al fenomeno dello stress da lavoro correlato che, in alcuni casi purtroppo, sfocia in episodi di suicidio da parte degli stessi agenti come accaduto recentemente a Vigevano.

Un caso non isolato

Leke, attualmente in fuga, è un recidivo già evaso da carcere di Civitavecchia due anni fa e questo rende ancora più drammatico il contesto già pesantemente compromesso delle carceri italiane per le quali urge un tempestivo intervento legislativo finalizzato all'inasprimento delle pene detentive per chi fugge o tenta la fuga e soprattutto chi aggredisce il personale penitenziario sia all'interno che all'esterno delle strutture detentive.

Algozzino, infine, invita ed esorta il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a farsi carico di questa situazione drammatica e comprendere che il sistema penitenziario è molto cambiato poiché gravato da casi di stranieri e malati psichiatrici che comportano per gli agenti in servizio emergenze sempre diverse e sempre più rischiose da fronteggiare.