Duro colpo alla 'Ndrangheta in Emilia Romagna: nelle scorse ore la Polizia di Stato ha eseguito 16 arresti. I provvedimenti hanno raggiunto esponenti ed affiliati della cosca calabrese Grande Aracri di Cutro ed in manette è finito anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso. Le infiltrazioni mafiose, in Emilia, sarebbero iniziate a Brescello, il paese della bassa reggiana reso celebre dalla penna di Giovanni Guareschi.
Operazione Grimilde
Dalle prime ore di questa mattina, circa trecento agenti di polizia sono impegnati nell'esecuzione dei provvedimenti emessi dal gip di Bologna nell'ambito dell'operazione denominata Grimilde.
Le indagini, coordinate dallo Sco (Servizio della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato) sono state portate avanti dalla Squadra mobile di Bologna in collaborazione con i colleghi di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
L'operazione, che rappresenta un duro colpo alla mafia calabrese, ha fatto scattare le manette anche per alcune figure considerate di primo piano nel sodalizio ‘ndranghetistico emiliano. Stiamo parlando di Francesco Grande Aracri e dei suoi due figli Paolo e Salvatore, considerati proprio ai vertici del clan operante soprattutto tra le province di Reggio Emilia, Piacenza e Parma.
Francesco Grande Aracri, che ricordiamo è già stato condannato in passato per associazione mafiosa, si era stabilito con la famiglia a Brescello, paese noto non solo per le avventure di Peppone e don Camillo, ma anche per un triste primato: è stato il primo comune emiliano ad essere sciolto, sul finire del 2017, per le infiltrazioni della criminalità organizzata.
Tra gli arrestati vi è anche un noto politico legato a Fratelli d'Italia, Giuseppe Caruso (58 anni). Attuale presidente del consiglio comunale della città di Piacenza, secondo gli investigatori, sarebbe legato alla cosca Grande Aracri e sarebbe parte integrante del clan: abusando del suo ruolo di funzionario delle Dogane, infatti, avrebbe appoggiato i boss nell'ambito di una truffa all'UE,
Il tweet di Salvini
Oltre ai 16 arresti, sono state compiute centinaia di perquisizioni e, su richiesta della direzione distrettuale antimafia (DDA) del capoluogo emiliano si è eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni emesso nei confronti di alcuni appartenenti al gruppo criminale.
Gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, non solo di associazione di stampo mafioso, ma anche di estorsione, di truffa aggravata, di danneggiamento, di trasferimento fraudolento di valori e di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, stamani, ha commentato con un tweet l'esito dell'operazione antimafia.
Il vice premier, dal suo profilo ufficiale ha cinguettato: "La giornata inizia bene!". Poi, dopo aver fatto brevemente il punto della situazione ha tuonato: "Contro i boss, nessuna tregua e nessuna tolleranza. Avanti tutta contro i clan".
La giornata inizia bene!
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 25 giugno 2019
Maxi operazione contro la ‘ndrangheta in Emilia: 300 agenti sul campo per un centinaio di perquisizioni in tutta Italia e arresti per associazione di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento, truffa.
Poi, il leader della Lega si è complimentato con gli agenti di Polizia e con inquirenti per l'ottimo lavoro svolto.