Matteo Salvini si scontra ancora con la magistratura. Ieri mattina, il ministro dell'Interno, in una nota destinata alla stampa, ha esultato per lo smantellamento di una piazza di spaccio a Varedo (provincia di Monza e Brianza) e per l'arresto di 11 spacciatori, ma al momento della sua dichiarazione l'operazione era ancora in corso. Lo spoiler del titolare del Viminale ha scatenato le ire del procuratore di Monza Luisa Zanetti che lo ha ammonito duramente.

'Presi 11 spacciatori'

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, come è noto, è solito dar risalto ai fatti di cronaca quotidiani.

E, ieri, ha esultato per il buon esisto di un'operazione anti droga. "Beccati undici pregiudicati stranieri" ha dichiarato in una nota precisando che erano quasi tutti irregolari e che erano ricercati per spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi. Poi dopo aver detto grazie ai Carabinieri, ha concluso: "Nessuna pietà per i venditori di morte" e ha auspicato espulsioni e pene esemplari.

Un'ottima notizia - soprattutto per i residenti del centro brianzolo esasperati dal viavai di pusher sempre più violenti che occupano l'area dell'ex Snia - peccato, però, che l’operazione coordinata della Procura di Monza, al momento dell'annuncio del vicepremier, fosse ancora in corso.

L'ira del procuratore

L'anticipazione trionfalistica di Matteo Salvini avrebbe potuto mandare all'aria mesi e mesi di attività di indagine. Per questo, nel primo pomeriggio di ieri, la Procura di Monza, ha voluto inviare una nota alla stampa. Il procuratore della Repubblica Luisa Zanetti ha dichiarato che l'operazione di polizia a Varedo era ancora in corso.

Poi, ha lanciato una vera e propria stoccata al vice premier: "L’anticipata pubblicazione delle notizie - si legge - mette a rischio il buon esisto dell’operazione stessa".

Il caso ha sollevato critiche e polemiche anche nel mondo politico. Il presidente del gruppo Pd alla Camera, Emanuele Fiano, ha commentato: "Per Salvini conta più la propaganda sulla sicurezza che la sicurezza stessa.

Sembra essere affetto dalla sindrome di Peter Pan: non è capace di tenere a freno la voglia di essere sempre al centro dell'attenzione".

Il caso di Prato

Sempre nella giornata di ieri, Matteo Salvini, si è reso protagonista di un episodio simile. In vista del comizio elettorale che, nel pomeriggio di ieri lo avrebbe portato a Prato, il leader del Carroccio in tv, ha riportato la notizia dell'arresto, nel centro toscano, di dieci cinesi, tra cui sei clandestini, coinvolti in un giro di prostituzione e di traffici illeciti. "La pacchia, per loro, è finita" ha concluso. In realtà, però, l'inchiesta coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Giampaolo Mocetti ha portato al fermo di sole tre persone. Anche in questo caso, le parole del ministro hanno irritato il procuratore di Prato, Giuseppe Nicolosi.