Nel video, apparso sull’edizione online del Corriere della Sera, inizialmente si vede una donna camminare tranquilla in strada. Qualcosa attira la sua attenzione e la fa fuggire via: un uomo si lascia andare nel vuoto dall’alto di un edificio. Nonostante un salto di circa cinque metri, non sembra essersi fatto nulla: dopo un attimo inizia a correre. Infine si vede un passante, probabilmente un poliziotto in borghese, che prova ad inseguirlo invano. Il filmato è stato ripreso lunedì scorso dalle telecamere poste sul retro della questura di Torino.

Il fuggitivo è di Lay Moussa, un gabonese di 35 anni, che aveva appena sostenuto un interrogatorio, in seguito al fermo con l’accusa di violenza carnale. Dopo aver saputo che sarebbe finito in carcere, il sospettato ha avuto una reazione inattesa: ha spintonato due agenti sbattendoli contro il muro, è salito sulla sedia e da lì si è buttato dalla finestra dell’ufficio della Squadra mobile, situato al primo piano.

È partita la caccia all’uomo

Dopo essere rimasto per qualche istante appeso al cornicione, Moussa si è lasciato andare, nonostante i cinque metri di altezza, riuscendo a cadere senza farsi male. Sul retro dell’edificio ci sono le telecamere di sorveglianza, che hanno ripreso la scena, ma nessun posto di guardia.

Così l’uomo ha potuto farla franca dirigendosi verso la stazione di Porta Susa, seminando chi lo inseguiva. È probabile che non abbia preso nessun treno, ma che sia salito su un bus di linea, facendo perdere le proprie tracce. Da quel momento è cominciata la caccia al fuggitivo, alto un metro e novanta, con fisico atletico, capelli corti e diverse macchie sul volto.

Aveva precedenti penali per droga, ma adesso dovrà rispondere anche degli abusi su di una 41enne italiana, che una marocchina avrebbe ceduto a due bruti come contropartita per alcune dosi di crack.

La donna usata come merce di scambio per la droga

La vicenda risale alla notte tra il 18 e il 19 aprile, pochi giorni prima di Pasqua.

La vittima era stata attirata con un tranello in uno scantinato e lì era rimasta per 24 ore, in balia della sua aguzzina e di due uomini, che l’avevano violentata. Mentre una donna, 37 anni, era stata immediatamente arrestata, la polizia non era riuscita ad identificare gli altri due responsabili degli abusi, nonostante le descrizioni della 41enne. Tuttavia lunedì c’era stata una svolta delle indagini con il fermo di Moussa, noto spacciatore, già sottoposto all’obbligo di firma per i suoi precedenti. Quando si era presentato in commissariato a firmare, i poliziotti lo avevano accompagnato in questura per l’interrogatorio, che si era svolto nella massima tranquillità per due ore. Davanti al suo avvocato, Enrico Moschini, e alla pm che coordina le indagini, Giulia Rizzo, aveva risposto alle domande, negando di essere coinvolto nella vicenda, pur ammettendo di conoscere la marocchina. Poi, alla notizia della convalida dell’arresto, è arrivato il gesto inatteso, quel volo dalla finestra aperta per il caldo.