Il Ciclismo è un tema che fa sempre discutere gli appassionati, ma quando viene trattato il tema della sicurezza in strada dei ciclisti gli animi si scaldano, anche via web. In questi giorni è andato in scena un confronto serrato e senza esclusioni di colpi fra Davide Cassani, ex ciclista professionista e dal gennaio 2014 commissario tecnico della nazionale e la rivista Rolling Stone.

Cassani e Rolling Stone ai ferri corti, l'ex ciclista non avrebbe capito il senso di un articolo ironico

Oggetto del contendere un articolo comparso sul sito della rivista musicale riguardante il tema degli incidenti e della sicurezza dei ciclisti sulla strada.

L'articolo intitolato "Cadono come mosche e non sanno stare in fila, chi sono?" ha suscitato una reazione veemente del mondo del ciclismo a iniziare proprio dal maggior rappresentante, ovvero il commissario tecnico della Nazionale Davide Cassani. Nell'articolo l'autore si domandava il motivo che spinge i ciclisti ancora ad andare in strada seppure le 250 morti all'anno, o a non rispettare il codice della strada e ad indicarli come padroni della strada. L'articolo, reputato da testate importanti come Bike Italia di dubbio gusto e morale ha scatenato un'ondata di proteste. Proprio nel giorno dell'uccisione di una 16enne in Toscana da un’auto che non ha rispettato lo stop.

La reazione di Cassani è stata immediata e veemente con un lungo post in cui chiedeva rispetto per le morti sulla strada e di finirla con gli attacchi gratuiti agli utenti della strada che non siano automobilisti.

La risposta del direttore di Rolling Stone Alessandro Giberti: 'Articolo ironico, non capito'

In seguito alla pubblicazione dell'articolo e della presa di posizione di Cassani gli animi si sono surriscaldati. Si è messa in moto la macchina social e gli account social della rivista sono stati presi d'assalto dai ciclisti chiedendo scuse e rettifica.

Il direttore della rivista ha cercato di porre la classica "pezza" a quanto stava evidentemente sfuggendo di mano. Nell'editoriale pubblicato ha quindi precisato che il taglio dell'articolo contestato era evidentemente: "Ironico sui pericoli che corrono i ciclisti a causa dello stato poco favorevole della rete stradale urbana e interurbana in Italia".

Secondo il direttore nel pensiero dell'autore Ray Banhoff si voleva utilizzare il paradosso per porre un problema che tutti i giorni crea morti e feriti sulle nostre strade. "L’interpretazione fallace dell’articolo è giunta fino al vertice del movimento ciclistico italiano - insiste il direttore Giberti - (..) su Rolling Stone trovano spazio le provocazioni intellettuali, le iperboli, e anche una certa dose di irriverenza e sfrontatezza"

L'editoriale del direttore si chiude con l'ennesima accusa, ovvero da "testa bassa a pedalare" a "testa bassa a commentare", ma afferma che Cassani si è personalmente sentito con l'autore chiarendo le proprie posizioni, ma risulta in ogni caso difficile per le famiglie, che hanno perso un caro sulla strada, accettare che un fatto così doloroso venga trattato in modo superficiale e ironico.