Circa due anni fa, un operatore delle Poste Italiane della sede di Orzivecchi (provincia di Brescia) è riuscito a prelevare migliaia di euro dai conti correnti dei clienti, tutti anziani, ricorrendo a due stratagemmi semplici ma alquanto efficaci. L'obiettivo dell'uomo erano soprattutto quelle persone in età avanzata che non avevano alcuna dimestichezza con le tecnologie informatiche, e che quindi potevano essere raggirate agevolmente utilizzando computer e terminali.
Ad oggi, infatti, sarebbero centinaia i pensionati truffati dall'ormai ex dipendente postale.
Costoro, raggiunti dal programma Pomeriggio 5, hanno chiesto la restituzione del denaro sottratogli illegalmente, e Poste Italiane in queste ore è intervenuta per comunicare che prossimamente partiranno i risarcimenti.
La truffa del codice segreto digitato due volte
I clienti truffati hanno descritto il lavoratore come una persona distinta, cordiale e sorridente. Dunque non si sarebbero mai aspettati che proprio lui potesse portare avanti un raggiro di questo genere, arrivando ad impossessarsi di somme che andrebbero dai 1.000 ai 15.000 euro circa.
Il piano messo in atto dal truffatore era preciso e ben congegnato: quando i correntisti si recavano all'ufficio postale di Orzivecchi per ritirare la pensione, durante la procedura gli diceva che il terminale non aveva registrato il Pin, dunque era necessario farlo di nuovo.
In realtà, nel corso del primo tentativo, l'ex dipendente intascava una parte del contante, mentre durante il secondo forniva al cliente la cifra richiesta.
E così, al termine della giornata lavorativa, risultava piuttosto semplice far quadrare i conti delle casse postali, poiché il denaro mancante veniva registrato come una normale richiesta di prelievo di denaro.
La truffa del buono postale mai emesso
Il truffatore aveva messo in atto anche un secondo piano per giustificare prelievi di somme più consistenti dai conti correnti dei malcapitati senza suscitare alcun sospetto tra i clienti, qualora si fossero accorti della mancanza di questi importi che in alcuni casi si aggiravano anche intorno ai 15.000 euro.
Quando allo sportello giungevano persone benestanti, l'operatore, con gentilezza e cortesia, proponeva loro di investire i risparmi in buoni fruttiferi postali per poter usufruire di interessi annui maggiori, invece di tenere il contante bloccato sul conto. Nel momento in cui la proposta veniva accettata, il dipendente faceva finta di compilare il buono al computer, mentre in realtà portava avanti l'ennesimo prelievo per intascare la cifra.
Al termine dell'operazione, quando la vittima chiedeva la ricevuta, l'operatore forniva sempre la stessa risposta, dicendo che, essendo ormai tutto computerizzato, non venivano più emessi dei resoconti cartacei.
Poste Italiane, dopo aver appurato i numerosi raggiri perpetrati dal dipendente già allontanato da diverso tempo, ha comunicato che entro i prossimi 60 giorni lavorativi avvierà i risarcimenti verso tutti i clienti truffati.