È successo ancora una volta. Questa notte, intorno alle ore 3.00, una piccola imbarcazione carica di migranti si è ribaltata la largo delle coste italiane. Gran parte di coloro che erano a bordo, migranti che cercavano di raggiungere il nostro Paese e l'Europa, sono stati inghiottiti dalle acque del Mediterraneo.

Naufragio migranti: i numeri della tragedia

Sono 22 i superstiti, tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Durante le operazioni di salvataggio sono stati recuperati anche i cadaveri di due donne.

Altri corpi sono stati individuati inseguito grazie all'impiego delle unità aeronavali delle Guardia Costiera. Finora i morti accertati a seguito del naufragio sono nove, in tutto però l'imbarcazione ribaltatasi nella notte trasportava circa 50 migranti, in gran parte tunisini, cui si sommano anche vari subsahariani. Ancora una ventina risultano essere dispersi in mare, tra essi anche 8 bambini. Le ricerche sono tuttora in corso, ma le speranze di trovare altri superstiti sono ormai pressoché inesistenti. Gran parte di coloro che si imbarcano dalle coste nord-africane infatti non sanno nuotare, non hanno dimestichezza con le acque del mare: il ribaltamento della barca ha un esito fatale immediato.

Così sembra essere andata anche questa volta, al largo di Lampedusa. La piccola imbarcazione che trasportava i migranti, malgrado il mare mosso, ha proceduto fin quasi ad arrivare alle coste dell'isola siciliana, quando i soccorsi della Guardia Costiera sembravano imminenti, l'avventatezza dei trasportati sembrerebbe aver determinato il ribaltamento, che stando alle prime ricostruzioni si sarebbe verificato in ragione dell'improvviso e repentino spostamento della piccolo gruppo di migranti su un lato della barca, a sporgersi verso le imbarcazioni della Guardia Costiera.

Cosa ha provocato il naufragio

Una reazione istintiva e avventata quella dei migranti che affollavano la piccola barca, causata dalla paura e dal desiderio di venire tratti in salvo, che potrebbe essere stata determinante, insieme al mare agitato nel provocare il ribaltamento. Ciò stando a quanto riferiscono le agenzie, da parte della procura di Agrigento che nella notte ha seguito le ricerche.

La piccola imbarcazione sembrerebbe essere partita dalle coste tunisine, al confine con la Libia, dove gli scafisti hanno ormai approntato una nuova via per i traffici di vite umane. Basta infatti guardare una cartina geografica per comprendere icto oculi quanto le coste tunisine siano prossime a quelle di Lampedusa. Purtroppo però a causa delle condizioni meteo avverse, del mare mosso e dell'inadeguatezza delle imbarcazioni il piccolo tratto di mare che separa l'Africa dall'Europa diventa il teatro di tante tragedie.

Migranti: ciò che la politica dice, ciò che la politica non fa

Accorate le prime reazioni dei politici dal sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, al ministro delle Infrastrutture De Micheli.

Non resta che sperare in una reale assunzione di responsabilità da parte della Politica italiana ed europea, che per ora tende a trattare il fenomeno migratorio solo con riferimento a rimpatri e redistribuzioni, evitando il tema di una reale tutela della vita di coloro che solcano il Mediterraneo in cerca di un futuro migliore.