Una manifestazione a ridosso del 25 novembre, ovvero, della giornata esistente dal 1999 contro la violenza sulle donne e di genere. Una manifestazione fatta di gridi di dolore, di gridi di sorellanza e di gridi di protesta. Nella capitale il 23 novembre hanno sfilato in 100 mila, secondo i dati proferiti dagli organizzatori (mentre erano in 5mila secondo quelli delle forze dell'ordine). Diverse le tematiche, rivendicate da diverse rappresentanze che si sono congiunte nel grido contro la violenza sulle donne, grazie soprattutto al movimento "Non una di meno".
Tutti uniti contro la violenza
La manifestazione tenutasi a Roma dal movimento femminista "Non una di meno" ha invaso il centro della Capitale. Da Piazza della Repubblica fino a Porto San Giovanni, stando ai dati dichiarati dagli organizzatrici, in centomila hanno aderito al corteo. E' il quarto anno che "Non una di meno" si mobilita. Quest'anno la marea di partecipanti non ha smesso di ballare durante tutto il tragitto in cui è passata la manifestazione. Non si fraintenda, il movimento non ha dato solo segni di allegria, ma ha saputo anche fermarsi e piangere, come ha affermato una delle organizzatrici dopo che, seguendo le indicazioni fornite da un camion, i manifestanti si sono seduti rimanendo silenzio: «Questa è una piazza che sa anche piangere, che sa contenere il dolore, e trasformarlo in sorellanza».
Per "partecipanti" intendiamo una vastità di: associazioni, collettivi, consultori, centri antiviolenza, spazi femministi, reti informali, gruppi di affinità ecc. che a volerli elencare tutti sarebbe impresa quasi impossibile.
Quello che possiamo elencare, però, sono alcuni personaggi e e alcuni simboli sui quali questo movimento ha voluto porre l'attenzione: El Mimo (Daniela Carrasco, la ragazza, l'artista di strada uccisa in Chile durante le proteste di questi giorni); Le donne curde (simbolo della lotta per la liberazione dal terrorismo); la Matrioska (uno dei simboli propri del movimento); i costumi da lottatrici (simbolo della Casa delle donne Lucha y Siesta); pannelli fucsia (che rimandano al movimento argentino); capelli da strega e glitter (indossati dalle tante donne presenti).
Una lacrima per EL Mimo
"Ci vogliamo vive" è stato il grido della giornata di sabato 23 novembre, che fa eco anche oggi, in quanto giornata contro la violenza maschile sulle donne. Chi meglio di Daniela Carrasca, detta El Mimo, può diventare il simbolo in cui oggi questo grido confluisce? una giovane donna che, manifestando in modo pacifico, è stata trucidata dai militari cileni.
Nella manifestazione di sabato tanti l'hanno voluta ricordare disegnandosi una lacrima sulla guancia.
"Non una di meno" non è solo un movimento atto ad omaggiare simboli, ma è anche un movimento che combatte per i diritti. Le donne che hanno manifestato per le vie della capitale col costume da lottatrici facevano riferimento al centro antiviolenza «Lucha y Siesta», che attualmente rischia di essere sfrattato da parte dell’amministrazione capitolina e in mobilitazione per il distacco imminente delle utenze. Tanti i cartelli anti-sessisti schierati contro il ddl Pillon e in difesa della legge 194. Alle battaglie femministe se ne sono aggiunte altre. Al corteo, infatti, hanno partecipato anche rappresentanze del mondo ambientalistico e di quello Lgbt.