Andare a Scuola era diventato un incubo per un ragazzo di 17 anni di Perugia. Il giovane era infatti sottoposto quotidianamente alle vessazioni di due bulli, che arrivavano a percuoterlo ripetutamente, umiliandolo e minacciandolo, per non fargli raccontare agli adulti l’accaduto. Ma i due prepotenti, anche loro diciassettenni, non avevano fatto i conti con gli altri compagni di classe della vittima che, stanchi di assistere alle continue aggressioni, hanno deciso di denunciare quello che da troppo tempo stava accadendo sotto i loro occhi. In questo modo la Squadra mobile del capoluogo umbro ha potuto avviare un’indagine sui fatti descritti dagli studenti, che ha portato nei giorni scorsi al fermo dei minorenni, responsabili di gravi atti di bullismo nei confronti del loro coetaneo.

Numerose sono state le violenze fisiche e psicologiche che i poliziotti hanno verificato: insulti, offese e percosse, come i pugni dati sulla schiena. Addirittura i due avrebbero spento alcune sigarette sul collo del loro compagno.

La reazione dei compagni di classe della vittima

Per sfuggire a questo inferno, il ragazzo aveva cambiato le proprie abitudini. Non viveva più liberamente: così evitava di spostarsi tra i vari padiglioni della scuola superiore che frequentava e perfino di andare in bagno, per paura di incontrare quei bulli che ormai lo terrorizzavano. Purtroppo, col passare del tempo, le aggressioni si erano verificate anche all’esterno delle mura dell'istituto scolastico. Una volta tornato a casa, la vittima manifestava il proprio disagio con crisi di pianto, ma non voleva dare spiegazioni sull’accaduto.

Tuttavia una reazione è arrivata dai compagni di classe del ragazzo, che hanno sottoscritto tutti insieme un esposto, indirizzato al dirigente scolastico, in cui denunciavano la grave situazione che si era venuta a creare. La scuola ha immediatamente informato dell’accaduto la questura di Perugia, che ha così potuto avviare le indagini.

Uno dei due bulli aveva già commesso fatti analoghi in passato

L’inchiesta – svolta dagli uomini della Squadra mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Umbria – ha ricostruito tutti gli atti di bullismo dei due ragazzi nei confronti del coetaneo. Visti i gravi indizi a loro carico, i responsabili sono stati sottoposti alla misura restrittiva del collocamento in una comunità per minori, decretata dal Gip, a causa degli atti persecutori da loro commessi.

Si è saputo anche che uno degli aguzzini non era nuovo a comportamenti del genere, essendo già stato arrestato pochi giorni prima, in seguito ad un’altra ordinanza di custodia cautelare, perché ritenuto autore di una serie di rapine e tentate estorsioni ai danni di altri giovani, commesse in passato.