Con il passare delle ore emergono nuovi elementi che chiariscono le ragioni dell’accoltellamento di un ultrà milanista, avvenuto domenica 8 dicembre subito dopo la partita che i rossoneri hanno giocato fuori casa al Dall’Ara contro il Bologna. A differenza di quanto inizialmente detto, non si sarebbe trattato di un litigio tra tifosi, scoppiato per contendersi un paio di pantaloncini lanciati da un giocatore del Milan nel settore ospiti dello stadio come trofeo per i supporter. Dietro quest’episodio ci sarebbe ben altro: gli inquirenti sarebbero risaliti ad una lite e al successivo pestaggio avvenuti una settimana prima, in occasione della gara giocata dalla squadra di Pioli in trasferta contro il Parma e vinta per 1-0.
A scontrarsi tra loro erano stati diversi membri del gruppo ”Nervi tesi”, di cui fa parte la vittima dell’accoltellamento di Bologna, ed altri tifosi rossoneri giunti da Mantova. Quella volta la discussione sarebbe partita a causa del posto occupato dai vari gruppi di ultrà sul bus navetta che conduceva i supporter allo stadio. A quanto pare i “mantovani” non avrebbero rispettato le disposizioni abituali, facendo scoppiare la rissa, durante la quale un giovane, in particolare, sarebbe stato picchiato dai rivali.
Il tifoso ferito non è in pericolo di vita
Ed è stato proprio quel giovane malmenato a Parma il responsabile dell’accoltellamento di Bologna. Domenica sera i due gruppi si sono rincontrati al termine della gara vinta dal Milan per 3-2.
Mentre i tifosi lasciavano lo stadio, dopo una giornata trascorsa senza incidenti né problemi con i supporter emiliani, la rissa è riesplosa all’esterno del Dall’Ara, all’altezza di via Menabue. Nel corso degli scontri, un 35enne appartenente al gruppo “Nervi Tesi” è stato accoltellato all’addome, mentre un suo amico è stato colpito da numerosi pugni al volto.
Il ferito più grave è stato immediatamente trasportato all’ospedale Maggiore, dove ha subito un intervento chirurgico per ridurre la lesione interna: al momento non risulta in pericolo di vita. Subito dopo l’episodio, la Digos ha fermato l’aggressore: si tratterebbe di un 34enne mantovano, legato ad un altro gruppo di ultrà, anche se considerato un tifoso “occasionale”.
L’uomo è stato interrogato e poi rilasciato a piede libero.
Una tifoseria organizzata spesso al centro di episodi di cronaca nera
I due episodi dovranno essere chiariti dalle indagini, condotte dalla Procura e dalla Digos di Bologna, in collaborazione con i loro colleghi milanesi che in passato hanno più volte indagato sui pestaggi avvenuti nella Curva Sud del Milan ed in altre vicende di Cronaca Nera, come il misterioso ferimento in un agguato dell’ultrà Franco Anghinelli. La tifoseria rossonera è guidata da Luca Lucci, diventato famoso per la foto con la stretta di mano all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini e per i suoi problemi con la giustizia: infatti il capo-ultrà è stato coinvolto in un’operazione che ha sgominato un vasto traffico di marijuana e hashish, al termine della quale ha patteggiato una condanna ad un anno di prigione.