Operazione militare importante quella che gli americani hanno condotto nel pomeriggio dell'8 gennaio e che ha portato alla morte di Mullah Nangyalai, capo talebano in Afghanistan, deceduto in seguito ad un raid eseguito dalle forze speciali USA, impiegate in quell'area per riportare la normalità militare. Non è la prima volta che i soldati americani effettuano questo tipo di azione, ma quando muore un capo talebano la notizia viene sempre confermata con riserva perché questo tipo di blitz viene sempre effettuato in massima sicurezza per evitare possibili fughe di notizie che possano comprometterne la segretezza.

L'operazione condotta a 127 chilometri da Herat

Una vera e propria fulminea operazione militare degli statunitensi che, utilizzando un drone aereo specifico per queste operazioni, ha portato all'uccisione del mullah e anche di 15 miliziani che erano insieme con lui. Nell'attacco presso il villaggio di Shindand, nel distretto di Zirkoh, a 127 chilometri di distanza dalla città di Herat, sono morti anche otto civili. Il totale delle persone decedute nell'azione risulta essere di 30. Un portavoce militare USA, in un conferenza con le agenzie di stampa, ha affermato che questa operazione è stata fatta su richiesta delle forze di sicurezza afghane, coordinando un attacco aereo difensivo a supporto dei militari afghani presenti in quel distretto.

Operazione condotta con successo, a quanto risulta.

Il raid attende ancora conferma ufficiale

Non si hanno ancora notizie ufficiali da parte del governo dell'Afghanistan, ma l'operazione militare congiunta è avvenuta intorno alle 16, ora locale, utilizzando quattro droni che hanno preso di mira diverse abitazioni, come hanno raccontato alla stampa diversi testimoni oculari.

Tra i caduti sembra che ci siano anche donne e bambini. Gli Stati Uniti confermano la loro azione di attacco per estirpare alla radice eventuali ritorsioni e si citano gli interventi che hanno portato alla morte del generale iraniano Soleimani, che è già stato vendicato dal governo di Teheran, ma sopratutto l'uccisione del numero due di Al Qaeda, che ha assunto il comando dopo la morte di Osama Bin Laden sempre per mano dei militari americani, ossia Al Baghdadi.

Non si escludono nei prossimi giorni altre azioni, condotte sempre in assoluta segretezza. Il presidente Trump, appena conosciuto l'esito positivo, si è congratulato con i vertici miliari USA. Adesso le truppe americane dovranno attestarsi in quella zona per poi procedere ad un graduale ritiro, peraltro già programmato da diversi mesi.