L'Iran ha attaccato due basi americane in Iraq questa notte, dando così inizio all'operazione "Soleimani martire". L'attacco è avvenuto intorno all'1:20 (ora locale, mezzanotte in Italia) ed ha colpito le basi di Ayn al-Asad ed Erbil. Da un primo bilancio, secondo fonti iraniane ci sarebbero 80 vittime, ma il bilancio non è stato al momento confermato da altre fonti. Trump ha twittato che "Va tutto bene" e che si sta procedendo alla verifica dei danni.

Operazione Soleimani Martire: primo attacco questa notte

L'operazione Soleimani Martire ha avuto inizio questa notte, intorno all'1:20 dell'8 gennaio.

L'Iran ha attaccato due basi americane (Ayn al-Asad ed Erbil) per vendicare l'uccisione del generale Qassem Soleimani, avvenuta venerdì scorso a Baghdad alla stessa ora. Teheran ha usato i missili di propria produzione, Ghiam e Fateh, e al momento, stando a quanto appreso dalle fonti iraniane, si conterebbero 80 vittime.

Il personale italiano presente ad Erbil è rimasto illeso, rifugiandosi in appositi bunker. La Task Force Land è presente dal 2015 con 400 militari italiani ed è inserita nel Kurdistan Training Coordination Center (KTCC) al quale contribuiscono nove nazioni. Gli istruttori italiani si occupano di addestramento in varie discipline: pronto soccorso, uso artiglieria e bonifica degli ordigni improvvisati.

La reazione da parte della Casa Bianca è stata immediata, con una riunione del Consiglio Nazionale durata circa due ore. Donald Trump, il segretario di Stato Mark Pompeo e il capo del Pentagono Mark Esper decideranno come comportarsi in seguito all'attacco di questa notte. il Presidente americano ha twittato nella notte che "Va tutto bene" e che stanno facendo il punto della situazione, valutando i danni subìti.

Nella mattinata di oggi, 8 gennaio, è prevista una dichiarazione ufficiale in merito ai fatti di questa notte.

Per Zarif non ci sarà nessuna guerra, ma l'Iran è pronto a difendersi

Javad Zarif, il Ministro degli Esteri iraniano, ha dichiarato che si è trattato di una vendetta per rivendicare la morte di Soleimani. "Non vogliamo una guerra", ha precisato il ministro, pur ribadendo che l'Iran è pronto a difendersi.

Le autorità americane dell'aviazione (Faa) hanno posto il divieto di voli civili su Iran, Iraq, Golfo dell'Oman e Golfo Persico. La Faa ha dichiarato che continuerà a monitorare tutti gli eventi in Medio Oriente.

Il leader supremo Ali Khamenei ha affermato, attraverso un messaggio televisivo, che l'attacco missilistico di questa notte non è ancora sufficiente e che la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire al più presto. La Gran Bretagna ha condannato la reazione iraniana, esprimendo preoccupazione per le presunte vittime.