Il Capitano Ultimo, al secolo Sergio De Caprio, resta senza scorta. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso per assicurare la protezione a lui e alla sua famiglia. Lo ha dichiarato lui stesso in un post sui social, confessando la sua profonda preoccupazione per l'incolumità sua e delle persone a lui più care. Ma il suo avvocato è pronto ad opporsi.

Capitano Ultimo e l'appello dai social

Il 3 settembre 2018, l'allora Ministro degli Interni Matteo Salvini aveva sospeso la scorta per Sergio De Caprio perché, secondo le sue evidenze, non correva ormai alcun reale pericolo.

L'istruttoria volta ad appurare i possibili rischi per la sicurezza di Ultimo è durata parecchi mesi, un periodo congruo per verificare quali eventuali incognite mettessero a repentaglio la vita del colonnello dei Carabinieri. In data 15 gennaio 2020 il Tribunale Amministrativo Regionale ha deciso, in maniera definitiva, che Sergio De Caprio e la sua famiglia siano privati della protezione dello Stato, come richiesto dal Generale dell'Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri e dal Direttore dell'Ufficio Centrale Interforze per la sicurezza personale (Ucis), Alberto Pazzanese. De Caprio, con amarezza, affida ai social, le sue prime dichiarazioni circa la sentenza: "Da oggi colpire il Capitano Ultimo sarà più facile per tutti".

Le ragioni della revoca della scorta per Capitano Ultimo

Per lo Stato italiano, a 27 anni esatti dall'arresto di Totò Riina, la vita di colui che guidò l'operazione non è più sotto scacco. Eppure, in passato, molti sono stati i tentativi di assassinio nei confronti di Sergio De Caprio, come ammesso da numerosi collaboratori di giustizia, tra i quali spicca un nome illustre, quello di Gioacchino La Barbera.

Da una sua dichiarazione, infatti, è emerso che Leoluca Bagarella lo aveva preso di mira. Anche Bernardo Provenzano, secondo le indiscrezione del pentito Salvatore Cangemi, intendeva rapire e uccidere il Capitano.

Davvero, oggi, la mafia avrebbe rinunciato alla sua vendetta su Sergio De Caprio?

Capitano Ultimo ringrazia le 157mila persone che lo hanno sostenuto

Sono 157 mila le firme raccolte in una petizione di Change.org per chiedere l'immediata restituzione della scorta al Capitano Ultimo. In un abbraccio virtuale, commosso, Sergio De Caprio, ha ringraziato l'impegno ed il sostegno di chi ha firmato la petizione. Ricordando poi l'appuntamento per celebrare l'anniversario dell'arresto di Riina, ha aggiunto: "Vi aspetto insieme ai carabinieri di allora, ai carabinieri di sempre, quelli che non abbandonano", prendendo così le distanze da Nistri e da quei funzionari che hanno caldeggiato la revoca della sua scorta.

Ma il suo avvocato, Antonio Galletti, ritiene che il Capitano corra ancora un reale pericolo per la sussistenza di una vera a propria condanna a morte nei suoi confronti emessa da Cosa Nostra. È pronto, quindi, ad opporsi alla sentenza di revoca della scorta, facendo appello al Consiglio di Stato.