Una nuova pesante tegola si è abbattuta su Charlie Sheen: già in passato l’attore statunitense è stato protagonista delle cronache giudiziarie per la sua turbolenta vita sentimentale. Negli ultimi anni, poi, con l’avanzata del movimento #MeToo, l’interprete di Platoon è stato accusato di abusi, al pari di personaggi come Kevin Spacey o Harvey Weinstein. In particolare Sheen avrebbe compiuto violenze carnali ai danni di un giovanissimo collega canadese, Corey Haim, minorenne all’epoca dei fatti. Una vicenda che è rimasta nascosta per più di trent’anni ed è stata riportata alla luce da un altro attore, Corey Feldman.

Quest'ultimo si è impegnato a lungo per realizzare il documentario in cui denuncia una serie di episodi di molestie, compreso quello capitato al suo vecchio amico.

Gli abusi di Sheen durante le riprese del film ‘Lucas’

Negli anni ottanta “I due Corey” sono stati tra gli attori adolescenti più in vista a Hollywood: Fielman, ad esempio, è stato protagonista di pellicole di culto come I Goonies o Stand by me - Ricordo di un’estate, mentre l’amico e coetaneo Haim ha recitato in numerosi film dedicati ad un pubblico dei teenager. Tra questi c’è Lucas del 1986, in cui Haim divide lo schermo con Charlie Sheen; Corey all’epoca aveva 13 anni, mentre il collega era già 19enne. A quanto pare, durante le riprese, il rapporto tra i due protagonisti sarebbe degenerato, fino alle violenze carnali.

La vittima però aveva preferito non rendere pubblico l’inferno vissuto a quell’epoca: una drammatica esperienza che sicuramente aveva segnato anche gli anni successivi, in cui il giovane attore era finito nella spirale della tossicodipendenza, sino alla morte, dovuta ad un edema polmonare, avvenuta nel 2010, a soli 38 anni.

Un documentario per raccontare le violenze di Charlie Sheen

Tuttavia Carey Haim aveva rivelato la sua storia a diverse persone, come il suo amico fraterno Dominck Brascia, che per primo nel 2017 aveva deciso di raccontare qquanto accaduto, accusando apertamente Charlie Sheen, che però aveva prontamente negato ogni addebito. Anche Feldman aveva confermato gli abusi, aggiungendo di essere stato lui stesso vittima di alcuni loschi personaggi del mondo del Cinema, che insidiavano gli attori in erba.

Per sostenere quanto dichiarato, Feldman ha deciso di realizzare un documentario che raccogliesse diverse testimonianze, tra cui quella di Susie Sprague, l’ex moglie di Corey Haim. Nella pellicola, oltre a Charlie Sheen, si fanno diversi altri nomi, come l’ex manager di Feldman Martin Weiss, che ha preferito non commentare, o il proprietario del “Soda Pop Club”, Alphy Hoffman, che invece ha reagito sdegnato alle accuse, ricordando di avere subito lui stesso violenze da bambino.

La prima del film con le accuse a Charlie Sheen

Non è stato facile realizzare il documentario, costato circa 1,7 milioni di dollari. Feldman aveva inizialmente trovato un investitore, che però si era tirato indietro; così alla fine era stato costretto ad accettare la proposta di fare il concorrente in un reality show per ottenere i fondi necessari per finanziare il lungometraggio.

Finalmente nelle scorse ore l’opera è stata presentata a Los Angeles, alla presenza di personaggi come l’attrice Rosanna Arquette, molto attiva nel movimento #MeToo. Contemporaneamente il film è stato reso disponibile online su una piattaforma a pagamento, anche se gli utenti non hanno potuto scaricarlo, forse per un problema di eccesso di richieste, oppure per l’intervento di qualche hacker. Dal canto suo Charlie Sheen, dopo un iniziale silenzio, ha nuovamente rigettato ogni accusa sulle presunte violenze a Corey Haim.