Potrebbe non essere Mattia, il giovane di Codogno, il 'paziente 1' italiano che ha dato origine all'epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Lo afferma una radiologa di una clinica privata di Piacenza del gruppo Sanna, intervistata da un inviato della trasmissione televisiva Report, condotta da Sigfrido Ranucci e in onda questa sera su Rai 3. Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni della dottoressa, pare che nella clinica piacentina ci siano stati dei casi di contagio ben prima che il Coronavirus facesse la sua comparsa a Codogno, ad oggi considerato l'originaria zona focolaio in Italia.

Secondo l'ipotesi, il 'paziente 1' potrebbe essere un anziano che era ospite nella clinica privata piacentina.

Quasi tutti gli operatori sanitari contagiati

Sempre secondo quanto dichiarato dalla dottoressa, ancora oggi 150 operatori sanitari su 250 della clinica del gruppo Sanna sono in malattia. Alcuni di loro hanno contratto la malattia e tutto sarebbe accaduto pochi giorni prima che i giornali nazionali riportassero la notizia del primo caso di contagio ufficiale nel nostro Paese. L'anziano deceduto nel piacentino, quindi, solo in seguito e da morto sarebbe stato trovato positivo al Covid-19. Quando il paziente in questione si sentì male, la dottoressa racconta che i sanitari entrarono nella clinica con tute di biocontenimento.

Proprio nel giorno in cui i media nazionali riferirono del primo paziente positivo al virus cinese uno dei medici che operano nella struttura di Piacenza si sentì male e venne trovato positivo: fu scoperto successivamente che si trattasse di uno dei medici trovati positivi a Tenerife, il quale si accorse dopo dieci giorni di essere stato contagiato, proprio mentre si trovava alle Isole Canarie.

E il 17 febbraio, in un'altra clinica facente parte dello stesso gruppo, un altro anziano si sarebbe sentito male accusando i sintomi del coronavirus. Portato in ospedale dal 118 poco dopo si scoprì la sua positività al virus cinese.

Già a dicembre nella zona molti casi di polmoniti anomale

Secondo quanto riferisce Repubblica sulle sue pagine online, già dal mese di dicembre in tutta la zona del piacentino si sarebbero registrate polmoniti anomale e molto virulente, ma nessuno avrebbe cercato il Covid-19.

Queste ultime malattie inoltre sembravano essere refrattarie ad ogni tipo di cura, una caratteristica che ha appunto il coronavirus, per il quale al momento non esiste una cura specifica o un vaccino. Numerose case farmaceutiche in tutto il mondo stanno cercando in queste settimane di trovare una soluzione in tal senso, e si spera che presto possa essere messo in commercio anche un farmaco che possa proteggere da questa brutta malattia. Per i medici comunque la cura appropriata sarebbe un vaccino specifico. Nel nostro Paese, che è uno dei più colpiti dalla malattia, si contano 10.779 morti a causa del coronavirus.