Un papà ed una mamma di Grosseto, fermati durante i controlli territoriali volti al contenimento del contagio da Coronavirus, sono stati multati perché portavano la loro bimba di 8 anni ad una visita post-trapianto all'ospedale di Pisa.

Alessandro Grippa, padre della piccola, ha raccontato quanto accaduto tramite un video-messaggio su Facebook. Il filmato è stato condiviso e mostrato anche dalla trasmissione di Rai 3, Chi l'ha visto?.

La visita per il controllo post-trapianto

Milena ha 8 anni e vive a Grosseto con mamma Francesca, papà Alessandro e il fratello di 12 anni.

Affetta da leucemia mieloide acuta, la scorsa estate è stata sottoposta ad un trapianto di midollo osseo e da allora, ogni due settimane, deve raggiungere l'ospedale Santa Chiara di Pisa per sottoporsi ad una serie di esami e ad una visita di controllo.

Giovedì 16 aprile, come ha spiegato il padre, l'intera famiglia si è messa in auto per accompagnare la piccola all'appuntamento con il medico: "All'andata - ha precisato - per non rischiare di arrivare tardi, abbiamo preso l’autostrada, mentre al ritorno, per risparmiare, abbiamo preso come sempre la strada lungo il mare".

Alessandro da qualche tempo è in cassa integrazione, e può contare solo su 590 euro al mese: per lui e la moglie, risparmiare i soldi dell'autostrada è importante.

Pazienza se impiegano un po' di tempo in più per rientrare a casa.

Il controllo della Polstrada e la multa da 533 euro

Mentre percorrevano la strada lungo la provincia di Livorno, la macchina della famiglia Grippa è stata fermata da una pattuglia della Polizia, impegnata in un controllo su strada. "Erano una donna e un uomo più giovane; ho cercato di spiegare la situazione", ha raccontato Alessandro.

L'uomo, precisando di aver mostrato agli agenti anche il libretto contenente tutti gli esami e le prescrizioni mediche che la piccola Milena deve seguire, ha aggiunto che la moglie, Francesca, è neopatentata e non se la sentiva di guidare da Grosseto a Pisa. D'altra parte, la bimba in reparto vuole solo la sua mamma e, per quanto riguarda l'altro figlio, a 12 anni non poteva di certo rimanere in casa da solo per così tanto tempo.

Tutto ciò però non è servito a nulla: i poliziotti, inflessibili, hanno replicato che, oltre ad essere distanti da casa, all'interno dell'auto erano in troppi, e per accompagnare la bambina sarebbe bastato un solo genitore. Quindi hanno elevato la contravvenzione di 533 euro, limitandosi ad aggiungere che potevano contestarla e fare ricorso in Prefettura, a Livorno.

'Siamo stati trattati peggio dei ladri'

Papà Alessandro, tornato a casa, ha deciso di sfogarsi su Facebook. Anche perché un trapianto di midollo osseo non è una passeggiata e, portare la propria figlia in ospedale, aspettando per ore e pregando che tutto vada bene, non è un viaggio di piacere. L'uomo, arrabbiato ed amareggiato, si sarebbe aspettato dagli agenti un minimo di elasticità.

Anche perché, come precisato dall'edizione fiorentina del Corriere della Sera, tutti i componenti della famiglia sono negativi al coronavirus: vivendo insieme, nelle scorse settimane, sono stati stati sottoposti al tampone proprio per la patologia della bimba.

Alessandro, che intende presentare ricorso nelle sedi giudiziarie competenti e portare il suo caso all'attenzione dei questori di Grosseto e Livorno, è anche preoccupato perché non può permettersi di pagare la pesante contravvenzione. "Sono in cassa integrazione - ha ammesso - e questo mese ho preso 590 euro, praticamente quasi quanto la multa". Poi, sconsolato, ha concluso: "Siamo stati trattati peggio dei ladri. Quello che ci è accaduto ha dell'incredibile".