Continuano le proteste lungo tutta la penisola italiana, in seguito alle difficoltà che la Fase 2 sta causando nel settore del commercio. Il 20 maggio 2020 è stato il turno dei venditori ambulanti, che hanno deciso di scendere in piazza a Milano. La loro protesta è stata una richiesta di aiuto, a nome di tutti coloro che si sentono abbandonati a sé stessi.

Milano: manifestazioni in piazza

Sono stati soprattutto gli ambulanti che operano elle fiere a far sentire la loro voce. Dopo il raduno in piazza della Scala, questa volta si sono riuniti in piazza Pirelli, dove è situata la sede del consiglio regionale.Hanno chiesto di essere presi in considerazione e di poter tornare a lavorare.

L’ ultimo decreto emanato dal governo per aiutare l’economia del Paese ad uscire dalla crisi provocata dal Coronavirus, non si è rivelato in grado di tutelare tutte le categorie di lavoratori. “Vogliamo ripartire” è il grido di cittadini. Nel corso della manifestazione, le loro richieste e i loro appelli sono stati accolti dalla segreteria del presidente regionale Attilio Fontana e dal consigliere regionale della Lega. È stata ascoltata una delegazione dei manifestanti e Davide Allievi, presidente della Federazione italiana ambulanti sezione Lombardia, sostiene che a breve il governo firmerà anche un provvedimento economico per gli ambulanti che operano nelle fiere.

Fase 2: molti negozi non riescono a riaprire

La fine del lockdown ha dato inizio ala ripartenza delle attività commerciali. Ma gli aiuti governativi per i commercianti tardano ad arrivare. Sono molti i proprietari che all’avvio della Fase 2 non hanno potuto rialzare la serranda della propria attività. C’è chi ha scelto di restare chiuso perché non riesce a garantire il rispetto delle norme e le condizioni imposte dal governo per limitare il contagio e chi è costretto a non riaprire per il pesante sforzo economico impossibile da sopportare.

La disperazione dei commercianti cresce. Il lockdown non ha fatto cessare il pagamento degli affitti e delle tasse per mantenere il proprio esercizio commerciale. Chiudono Bar e Ristoranti storici in molti centri città. I venditori ambulanti non possono riprendere la loro attività. Scoppiano proteste in tutta Italia, portate avanti da chi vuole far valere il proprio diritto di lavorare.

Gesti forti sottolineano quanto la situazione sia drastica: nel Salento, Pietro Demita già a fine aprile scorso aveva bruciato alcuni capi del suo atelier di abiti da sposa, mentre a Sassari, Mario Fenu ringrazia la Covid-19 prima di distruggere la sua pizzeria che per anni gli ha dato da vivere. Gesti eclatanti che enfatizzano le difficoltà di una ripartenza senza aiuti. I troppi costi spingono i commercianti a chiudere definitivamente.