Da Parigi all’Abruzzo: questo il tragitto compiuto – in circostanze ancora tutte da chiarire – dalla porta di un’uscita di sicurezza sul retro del Bataclan. Non una porta qualsiasi, ma quella scelta da Banksy, misterioso esponente inglese della Street Art, per ospitare una sua opera: si tratta di un murale dedicato alle 90 persone decedute nella strage compiuta nel celebre teatro da tre terroristi dell’Isis il 13 novembre 2015, durante il concerto degli Eagles of Death Metal. Sulla superficie di quella porta era comparsa nel giugno 2018 una figura realizzata dall’artista.

Tuttavia pochi mesi dopo, nel gennaio 2019, dei ladri avevano sottratto il manufatto, presumibilmente per rivenderlo sul mercato nero dei collezionisti d’Arte. Ora l’opera di Banksy è stata recuperata dai carabinieri della compagnia di Alba Adriatica (Teramo), che l’hanno ritrovata nel corso di una perquisizione in un casale nelle campagne abruzzesi, a conclusione di un’inchiesta coordinata dalla Procura dell’Aquila.

Il murale di Banksy rappresentava una donna in lutto

Banksy aveva rappresentato sulla porta di sicurezza del locale parigino una figura femminile in lutto, per rendere omaggio alle 90 vittime dell’attacco terroristico. Come sempre, l’artista originario di Bristol, dall’identità sconosciuta, aveva agito di nascosto.

Nel giugno del 2018 era improvvisamente apparsa l’opera su una delle porte usate dai superstiti per sfuggire alla ferocia dei tre terroristi che in quella sera di novembre di cinque anni fa avevano sparato all’impazzata sugli spettatori del concerto della band americana degli Eagles of Death Metal. Il murale era rimasto al proprio posto fino a un anno e mezzo fa, quando in una notte di gennaio una banda di ladri è entrata in azione col volto nascosto, per non farsi riconoscere nelle immagini delle telecamere di sorveglianza della sala concerti, che hanno ripreso la scena del furto.

L’opera di Banksy era accessibile a tutti

La notizia del furto era stata data su Twitter dallo staff del Bataclan che aveva espresso “profonda indignazione” per quanto accaduto, spiegando anche il perché della decisione di non mettere al sicuro il prezioso murale – i lavori di Banksy ormai raggiungono quotazioni di tutto rispetto – e di lasciarlo sul retro del locale, liberamente accessibile a tutti.

Secondo i gestori del teatro quell’opera era diventata un simbolo di raccoglimento che apparteneva a tutti, non solo ai residenti e ai parigini, ma anche ai cittadini del mondo. Non si era voluta tradire l’intenzione di Banksy di rendere omaggio alle vittime e supportare tutti coloro che avevano subito una perdita nella strage. Per lo staff della sala concerti “quel lavoro aveva un senso solo nel posto in cui era stato concepito”, perché questa è l’essenza stessa della Street Art: creare le opere in un ambiente particolare e unico.

Le indagini per ritrovare l’opera di Banksy, in collaborazione con gli inquirenti francesi

La notizia dell’importante ritrovamento, che rapidamente ha fatto il giro del mondo, è stata data dal procuratore distrettuale dell’Aquila Michele Renzo.

Come detto, la porta prelevata dal Bataclan e quindi il murale realizzato da Banksy erano nascosti in un casale di campagna, nel quale il pubblico ministero aveva disposto una perquisizione. Il rinvenimento è il frutto di lunghe indagini, che hanno segnato una produttiva collaborazione tra la Procura abruzzese, le forze dell’ordine francesi e i magistrati d’Oltralpe che si sono occupati nel caso. Resta ancora da capire come l’opera d’arte di Banksy sia arrivata in Abruzzo e chi siano i responsabili materiali del furto.