Nella notte del primo giugno in provincia di Brescia si sono sentiti cinque boati: sono stati cinque colpi di pistola esplosi per intimidire. Non si è registrato nessun ferito, ma il gesto è stato molto chiaro, ovvero: non si accettano immigrati. I proiettili si sono fermati contro il muro esterno e hanno raggiunto le finestre di un appartamento usato per l'accoglienza di migranti del programma Sprar. La località è Collebeato, una cittadina di meno di cinquemila abitanti, con un reddito procapite tra i più alti della provincia, governata da sempre da amministrazioni di centrosinistra, e per questo motivo il sindaco, Antonio Trebeschi, non sa spiegarsi le motivazioni che hanno originato l'attentato.

Infatti il primo cittadino ha commentato così: "Un gesto inquietante, ma cinque colpi di pistola non fermeranno la solidarietà".

Nell'ottobre del 2019 c'è stato un altro episodio di intolleranza, nel quale in un'altra struttura del paese sono state rinvenute delle svastiche dipinte sui muri. Anche il sindaco stesso è stato oggetto di intimidazioni, con un petardo esploso nella cassetta personale della posta.

Le preoccupazioni del responsabile della struttura Agostino Zanotti

Il responsabile della struttura Sprar della cittadina bresciana, Agostino Zanotti, non ha nascosto la sua preoccupazione riguardo la sicurezza degli ospiti che al momento sono residenti nel centro d'accoglienza. Intorno alle 3:30 del 1° giugno all'interno della residenza erano presenti sei immigrati: due provenienti dall'Iraq, due somali, un siriano e uno originario del Gambia.

È chiaro che, in questo frangente, le paure di possibili gravi conseguenze verso gli ospiti sono diventate la priorità. Zanotti ha inoltre affermato: "Evidentemente c'è qualcuno che ha dei grossi problemi e commette simili gesti, ma quanto accaduto non ci fa pensare di non essere sulla strada giusta". È stato chiesto l'intervento delle autorità competenti che indagheranno sui responsabili.

La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo contro ignoti

La risposta non si è fatta attendere: è stata aperta un'inchiesta sull'attentato e a condurla è stato chiamato il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani. A lui è affidato il compito di far luce su questa vicenda attraverso le indagini. Intanto il pm si è già messo al lavoro, in collaborazione con la stazione locale dei carabinieri, i quali hanno interrogato i sei richiedenti asilo per cercare di raccogliere più informazioni possibili.