Sono quattro finora le persone contagiate a Zara nel corso della seconda tappa dell'Adria Tour, l'evento tennistico itinerante organizzato nei paesi balcanici da Novak Djokovic con lo scopo di raccogliere fondi per le strutture sanitarie. Ieri, 21 giugno, l'annuncio su Instagram di Grigor Dimitrov seguito a meno di 24 di distanza dal collega croato Borna Coric: entrambi i giocatori hanno ufficializzato tramite i rispettivi account social la positività al coronavirus. Sono risultati positivi al tampone anche Marco Panichi, uno degli allenatori di Djokovic, e Christian Groh, allenatore di Dimitrov.

Test negativo, invece, per Marin Cilic, Sascha Zverev e Andrej Rublev, tutti giocatori presenti a Zara. Rublev che tra l'altro avrebbe dovuto sfidare in finale di tappa Djokovic, ma come noto il torneo-esibizione è stato annullato. Nole sarebbe rientrato subito a Belgrado, stando a quanto riportato dal media balcanico Sportklub e si sarebbe sottoposto al tampone.

I dubbi di Nole

Non è davvero un buon momento per Novak Djokovic la cui iniziativa era stata finora un grande successo. Ma con il senno di poi, i protocolli di sicurezza quasi inesistenti che hanno caratterizzato l'Adria Tour e un po' tutte le manifestazioni sportive che si stanno tenendo nei paesi della ex Jugoslavia, si stanno rivelando un clamoroso autogol.

Nel mirino dei critici è finita l'organizzazione, fratelli Djokovic in testa, e la scelta di giocare i match di quello che non era un torneo ufficiale a porte aperte.

In questo momento, però, l'attenzione di Nole è ovviamente concentrata sul suo stato di salute e l'augurio è che il campione serbo non sia tra i contagiati e che non ci siano altri positivi tra coloro che hanno preso parte alla tappa di Zara.

Secondo quanto riportato da Sportklub, pertanto, Djokovic è tornato a Belgrado: tanto lui quanto i suoi familiari e tutto il suo staff sarebbero stati sottoposti al tampone i cui risultati dovrebbero essere resi noti entro la giornata di domani, 23 giugno.

Inizialmente era stata diffusa la notizia che il numero 1 del ranking Atp non si sarebbe sottoposto al test fidandosi di alcuni specialisti, lo avrebbe ribadito anche il suo manager.

Ma Djokovic nei mesi scorsi, in piena pandemia, si era già espresso in maniera critica nei confronti di un eventuale vaccino, una posizione che lo aveva fatto finire nell'occhio del ciclone e, pertanto, una nuova esposizione mediatica in tal senso non sarebbe certamente opportuna.

Kyrgios: 'Questo succede quando non si seguono i protocolli'

Ad attaccare Djokovic, comunque, è un collega che non è mai stato tenero nei suoi confronti anche quando si parlava "semplicemente" di Tennis. Nick Kyrgios ha condiviso il post di Coric con il quale il croato annunciava la propria positività al virus e, senza mezzi termini, ha scritto: "Decisione stupida quella di andare avanti con un torneo esibizione, ma questo è quello che succede quando non si seguono i protocolli.

Questo non è uno scherzo", ha scritto a caratteri cubitali il tennista australiano.