L'ex capo della squadra mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, la mattina del 17 giugno ha tentato di togliersi la vita nel parcheggio dello stadio di Francavilla al Mare. L'uomo è stato trovato privo di sensi all'interno della sua automobile dove avrebbe tentato di uccidersi utilizzando il gas di scarico della vettura. Proprio questa mattina Muriana doveva essere interrogato in qualità di indagato sulla vicenda dell'hotel Rigopiano, a seguito di una denuncia per calunnia presentata da un carabiniere forestale, quest'ultimo in precedenza finito sotto inchiesta proprio a seguito di un esposto dell'ex capo della Mobile.

Alcune settimane fa tale procedimento giudiziario è stato archiviato.

Muriana non sarebbe in pericolo di vita

Secondo quanto riferisce la testata giornalistica locale online Il Pescara, l'ex capo della squadra mobile non sarebbe in pericolo di vita anche se la prognosi resta per il momento riservata. Al momento si trova ricoverato presso l'ospedale Santissima Annunziata di Chieti. Questa mattina l'interrogatorio doveva svolgersi in procura a Pescara e anche i suoi avvocati difensori si sono allarmati quando non lo hanno visto arrivare. I pm lo hanno atteso invano per oltre un'ora, poi è scattato l'allarme che ha portato al ritrovamento di Muriana all'interno della sua automobile. A trovarlo sono stati i carabinieri del nucleo forestale.

I suoi avvocati avevano fin da subito pensato che Muriana avesse avuto un contrattempo inevitabile e per questo gli investigatori si sono messi subito sulle sue tracce. All'interno della vettura pare sia stato trovato anche un biglietto in cui l'ex capo della squadra mobile pescarese pare abbia spiegato i motivi del suo gesto, dicendosi nuovamente estraneo al dramma di Rigopiano.

L'autorità giudiziaria si aspettava dei chiarimenti

La tragedia del Rigopiano si verificò il 18 gennaio 2017. Una slavina si staccò presso l'omonima località nel comune di Farindola, sempre in Abruzzo. Ad avere la peggio furono proprio gli ospiti dell'hotel denominato Rigopiano-Gran Sasso Resort. La caduta della valanga sulla struttura ricettiva causò 29 vittime.

Muriana ha da sempre affermato di non essere stato a conoscenza della prima telefonata arrivata in prefettura dall'hotel e che dava l'allarme, segnalando molte persone bloccate all'interno della struttura a causa della massa nevosa abbattutasi sull'edificio. La magistratura, da quel 18 gennaio 2017, ha aperto un fascicolo di inchiesta per accertare eventuali responsabilità sulla tragedia e i chiarimenti che Muriana doveva fornire agli inquirenti miravano a fare luce sull'indagine per calunnia aperta a suo carico.