A Huila, nel sud della Colombia, una bambina di soli quattro anni, S. S. V., ha perso la vita a causa delle sevizie fisiche e delle violenze subite dopo il suo rapimento. Il suo carnefice sarebbe Sebastiàn Mieles Betìn, un ragazzo di 27 anni ora in fermo giudiziario che, per il reato commesso potrebbe ricevere una condanna fino a 30 anni di reclusione. Il brutale episodio purtroppo sembra che non sia un caso isolato nella zona e ciò ha provocato le proteste di gruppi di associazioni femministe che sono scesi a manifestare in piazza.

Il rapimento della piccola e l'epilogo finale

La tragica storia di cronaca ha avuto inizio lunedì scorso, quando la mamma e il papà della piccola si sono accorti che la figlioletta era sparita dalla propria abitazione. I due genitori, allarmati dalla sparizione della bambina, ne avevano subito denunciato la scomparsa e, con l'aiuto delle autorità locali e di alcuni amici vicini di casa, si erano mossi alla ricerca della piccolina. Dopo molte ore, la squadra di ricerca ha rinvenuto un sandalo della bimba; poi la sconcertante scoperta a pochi metri di distanza, nei pressi di un ruscello, dove giaceva riverso in terra il corpicino della bambina.

La piccola, che versava in condizioni gravissime, è stata ricoverata all'ospedale dove i medici hanno potuto riscontrare, a parte le ferite evidenti (alla testa, al viso, al collo, all'addome e al torace), che la bimba era stata anche violentata.

Nonostante le cure, la piccina all'alba di domenica scorsa 5 luglio è morta dopo aver trascorso i suoi ultimi giorni di vita in agonia, per via delle gravi lesioni riportate sul suo piccolo corpo, così come riportato da alcuni organi di stampa.

L'arresto e le proteste in piazza contro la violenza sui minori

Le indagini condotte dalla polizia locale hanno portato all'arresto di un giovane 27enne che ora dovrà rispondere del reato di violenza carnale su minori e omicidio, aggravato dalla giovanissima età della vittima; per tale accusa l'uomo potrebbe essere condannato a scontare 30 anni di prigione.

Questo ennesimo episodio di violenza ai danni di una bambina ha provocato l'indignazione della comunità femminile colombiana che ha attivato una serie di manifestazioni di protesta lungo le vie delle principali città dello Stato sudamericano. Il Paese era già in sommossa dopo la notizia di altri due casi di violenza subita da una 12enne e da una 15enne, che sarebbero state abusate sessualmente in due località differenti da militari dell'esercito.

A questo riguardo, il generale Eduardo Zapateiro ha rivelato alcuni giorni fa che in questi ultimi quattro anni (dal 2016 ad oggi), i militari dell'esercito indagati per reati di violenza carnale sarebbero stati ben 118.