Arrivano buone notizie dalla lotta globale al coronavirus: il vaccino ChAdOx1 nCoV-19, creato dall'Università di Oxford in collaborazione con l'azienda farmaceutica AstraZeneca, sembrerebbe sviluppare una forte risposta immunitaria negli organismi delle persone a cui è stato iniettato. Lo studio è stato svolto su un campione umano di 1000 soggetti. A fornire i risultati è la rivista scientifica inglese The Lancet.

I ricercatori: 'Anticorpi individuati 28 giorni dopo l'iniezione'

All'interno del vaccino ancora in sperimentazione vi è del materiale genetico combinato con un adenovirus modificato che è noto per essere la causa di numerose infezioni negli scimpanzé.

Secondo quanto affermato dai ricercatori, il vaccino ha prodotto nei soggetti che si sono sottoposti alla sperimentazione sia anticorpi che cellule T killer, utili a combattere l'infezione. Gli anticorpi neutralizzanti, ovvero quelli che i ricercatori ritengono importanti al fine di ottenere protezione dal virus, sono stati individuati nei partecipanti 28 giorni dopo la somministrazione del vaccino. Sempre secondo quanto comunicato dai ricercatori, nei partecipanti il vaccino non ha manifestato effetti indesiderati di grave entità: i più comuni sono stati mal di testa e affaticamento. Altri effetti notati sono stati febbre, brividi, dolori muscolari e dolore presso la zona in cui è avvenuta l'iniezione.

Un centinaio i vaccini in fase di sviluppo in tutto il mondo contro il Covid-19

Nonostante il numero dei contagi in Italia sia in netta diminuzione rispetto ai mesi precedenti, la pandemia da Covid-19 è tutt'altro che conclusa. Vi sono infatti diversi Paesi in tutto il mondo che ogni giorno continuano a subire un incremento considerevole di casi.

Secondo i dati della John Hopkins University, al momento il virus ha infettato oltre 14 milioni di persone in tutto il mondo, uccidendone oltre 600 mila. A causa della vastità e gravità del fenomeno, non stupisce il fatto che vi siano circa un centinaio di vaccini in fase di sviluppo in tutto il mondo. Secondo quanto comunicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, 23 sono in fase di sperimentazione sugli esseri umani.

Nonostante i risultati promettenti ottenuti dall'Università di Oxford, il professore Adrian Hill (direttore del Jenner Institute dell’Università di Oxford) invita comunque alla prudenza: "La forte risposta immunitaria che siamo riusciti a ottenere significa che il vaccino ha buone probabilità di fornire protezione contro il virus. Tuttavia non vi sono garanzie. Stiamo usando sia mono-dosi che una doppia dose di vaccino: entrambe producono una risposta immunitaria che diviene più forte nel caso della doppia dose. Sarà fondamentale continuare a seguire questi individui e iniziare nuove sperimentazioni".